“Se funziona nel tempo, ho fatto un buon lavoro”

“Se funziona nel tempo, ho fatto un buon lavoro”

Incontro con Stefano Gazzola, graphic designer udinese che ha contribuito con i suoi lavori a fare crescere molte aziende del suo territorio con uno stile fatto di eleganza, coerenza e creatività.


Pordenonese trapiantato a Udine, classe 1966, Stefano Gazzola è un Art Director con oltre 40 anni di esperienza nel campo del graphic design e della comunicazione visiva. Ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità nelle più importanti agenzie di comunicazione friulane lavorando per diversi marchi a livello internazionale. Nel 1997 ha fondato Portfolio, studio  che con una sapiente combinazione di creatività, professionalità e competenza e un approccio ravvicinato e collaborativo con i clienti, gli ha permesso di diventare un vero “artigiano della comunicazione”, impegnandosi ad offrire sempre soluzioni efficaci e innovative. Comunic’arti lo ha incontrato per un’interessante chiacchierata sulla comunicazione, sul processo creativo e su come l’impatto sempre più invasivo delle tecnologie digitali sta cambiando un mestiere che qualcuno, come lui fa ogni ogni giorno, cerca ostinatamente di mantenere “umano”.

Dopo alcuni anni di esperienza all’interno di agenzie, hai compiuto molto presto il “grande passo” verso l’autonomia professionale fondando a Udine, città ricca di professionisti e di agenzie, la tua realtà: Portfolio. Come hai gestito la tua transizione da dipendente a  imprenditore?

In realtà non c’è stata una vera e propria transizione perché non sono mai stato un dipendente all’interno di un’agenzia. Ho sempre preteso e avuto un’autonomia professionale e collaborato solo come free-lance. Questo mi ha permesso di seguire anche clienti e progetti miei e soprattutto di mantenere sempre vivo in me un approccio attivo, consulenziale, di pensare sempre come fossi un imprenditore. Questo mi ha reso sempre più coinvolto nei progetti, mi ha aiutato a sentirmi più vicino alla realtà dei clienti come un vero e proprio partner. Questo modo di pensare mi ha molto aiutato a gestire in modo più flessibile la mia dimensione di creativo e di imprenditore.

Qual è la tua filosofia di lavoro e cosa ti distingue dagli altri professionisti del settore? Quali sono le tue fonti di ispirazione nell’arte, nella cultura e nel design? 

Metto la professionalità davanti a tutto, ossia la cultura del lavoro, l’affidabilità, la coerenza delle idee, l’esperienza.  Ho affinato negli anni il mio stile personale che non è soltanto questione di estetica, ma anche di come mi pongo nei confronti del cliente e del suo progetto: con molto rispetto, cercando sempre un dialogo che ci consenta di coltivare un terreno comune su cui fare crescere l’identità dell’impresa attraverso la bellezza, la semplicità e lo stile. Creativamente faccio riferimento ai grandi maestri che mi hanno ispirato da giovane come Milton Glaser, Saul Bass, Bob Noorda, Bruno Munari, e a quelli della maturità professionale, fra cui Neville Brody, David Carson, Paula Scher. Il tutto sempre influenzato da una cultura POP/Rock prevalentemente americana sia in campo letterario che musicale. 

Descrivici il processo creativo che affronti quando inizi un nuovo lavoro, sia esso di design, sul web o di altra natura. 

Dal punto di vista di come sviluppo un’idea utilizzo da sempre lo stesso metodo, anche se ovviamente le tecnologie degli ultimi anni hanno influenzato sempre di più lo sviluppo e i tempi dei processi creativi. Prima di iniziare per me è fondamentale rileggere con attenzione gli appunti di briefing raccolti durante gli incontri con il mio cliente. Più sono approfonditi e precisi sono, minore sarà il margine di sbagliare il progetto. È importante ascoltare… e non tutti lo fanno. Successivamente su un foglio bianco comincio a visualizzare dei concetti che non necessariamente sono visuali… anche testuali. Inizio poi una fase di documentazione sia sul web sia  libri e riviste per cercare l’ispirazione creativa come si dice… unire i puntini! Selezionati i migliori concetti inizio la vera e propria visualizzazione delle idee prima su carta e poi al computer e ne valuto l’efficacia in termini di comunicazione. Solo gli elaborati convincenti e che rispondono alle esigenze del cliente (non necessariamente le richieste) verranno presentati. 

Il mondo della comunicazione e del design è in continua evoluzione e in questi ultimi due anni in particolare, viene fortemente influenzato dall’intelligenza artificiale. Tu come affronti il cambiamento? 

Più che un cambiamento è una vera e propria rivoluzione. Porterà enormi cambiamenti nel nostro settore e non solo. Per quello che mi riguarda, la seguo, la studio, mi aggiorno e la utilizzo sempre di più… ma sempre come un utilissimo supporto tecnologico che fa risparmiare tempo nello sviluppo di immagini, idee e progetti. Trovo invece pericoloso l’utilizzo senza controllo che viene fatto della IA per creare immagini e messaggi fake.

Puoi condividere un esempio di come hai trasformato una visione creativa particolare in un progetto di successo per un cliente?

Qualche anno fa mi venne commissionato lo studio di un logo per un birrificio artigianale di montagna. Ovviamente il legame con il territorio e le origini carniche dovevano caratterizzarlo. Dalla ricerca di ispirazione nel web è emersa l’immagine di un monile con un simbolo celtico trovato proprio in quella zona del Friuli e che raffigurava tre spirali unite tra loro in una forma dinamica. Il processo creativo ha poi sostituito le spirali originali con dei luppoli stilizzati e reso il tutto graficamente attuale. Il risultato finale associato al nome del brand ha pienamente soddisfatto il committente e il grafico!

Come bilanci l’aspetto creativo della tua professione con le esigenze pratiche dei tuoi clienti? Adotti delle particolari strategie per mantenere elevati standard di qualità nei tuoi progetti, considerando la varietà dei settori in cui ti muovi e le  richieste dei tuoi committenti?

Parto sempre dalla convinzione che bisogna focalizzarsi sull’efficacia del progetto e non solo sull’aspetto creativo. Il nostro compito è far parlare con la nostra comunicazione il marchio, cercando di essere originali e creativi… ma ricordandoci sempre che siamo comunque dei professionisti al servizio di un’impresa.

Continuare ad imparare, aggiornarsi, ispirarsi sempre ai più bravi, utilizzare le nuove tecnologie con personalità e non guardare troppo i social! Credo siano queste le mie strategie… naturali!

Quali sono le tendenze attuali nel mondo della comunicazione e del design che ritieni più rilevanti e come influenzano il tuo approccio al lavoro? E quali invece gli scenari futuri, secondo te?

Sinceramente non mi faccio influenzare da tutto quello che vedo e cerco di non seguire ogni nuova tendenza anche se ovviamente devo, per esigenze professionali tenerne conto. Preferisco osservare e studiare come comunicano nel mercato di riferimento i brand più importanti e influenti o quelli che hanno una grande visibilità.

Per quanto riguarda il futuro le tendenze nella moda, nella comunicazione e nel design rispecchieranno ancora e sempre più i cambiamenti culturali e sociali in corso, con una maggiore attenzione alla sostenibilità, alla diversità e all’innovazione. La comunicazione soprattutto continuerà a spostarsi sempre più verso le piattaforme digitali e i social media. Le tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, la blockchain, la realtà aumentata e la realtà virtuale potrebbero cambiare radicalmente il modo in cui interagiamo e comunichiamo. Le distinzioni tra il mondo online e offline continueranno a sfumarsi, contaminarsi fino a fondersi, con un conseguente aumento dell’integrazione di tecnologie digitali nella vita quotidiana e nelle interazioni sociali. 

Come misuri il successo di un progetto di comunicazione e design?

Dalla longevità di un progetto e dalla volontà del cliente di mantenere ancora uno stile/modo di comunicare che magari ha già qualche anno ma che continua a funzionare bene. Ecco in questo caso posso dirmi  che ho fatto un buon lavoro.

Quali sono i tuoi obiettivi e le tue ambizioni per il futuro della tua attività?

Consolidare i rapporti di collaborazione con i clienti che mi hanno dato fiducia in questi anni, acquisirne di nuovi, possibilmente  in settori in cui non ho mai lavorato (pochi in realtà!). Vorrei anche aprire a nuove collaborazioni con dei bravi professionisti e non necessariamente della comunicazione, per ampliare il respiro delle mie proposte e dei miei servizi. E ovviamente la mia più grande ambizione come creativo è realizzare il progetto più bello di sempre!

Quali consigli daresti a coloro che aspirano a una carriera in questo campo?

Di essere curiosi, affamati di conoscenza e di cose belle, ma nel contempo di cercare sempre la sostanza e non soffermarsi all’apparenza. In questo mondo ormai così evanescente dobbiamo saper essere consapevoli di noi stessi, della nostra fantasia e della nostra capacità di essere creativi, imprevedibili, passionali… ma sorprendenti. insomma, la nostra libertà di essere umani e quindi imperfetti!

Le Linee di Piero Manzoni e la Linea di Osvaldo Cavandoli in mostra alla Galleria Clivio di Milano dal 26 maggio al 30 giugno

Le Linee di Piero Manzoni e la Linea di Osvaldo Cavandoli in mostra alla Galleria Clivio di Milano dal 26 maggio al 30 giugno

Comunicato stampa

 

MILANO – Una mostra dedicata alle Linee di Piero Manzoni e alla Linea di Osvaldo Cavandoli, aperta al pubblico da giovedì 26 maggio a giovedì 30 giugno negli spazi della Galleria Clivio, a Milano (il 25 maggio alle ore 18 è in programma l’inaugurazione a inviti).

La caratteristica di questa mostra, curata da Anna Dusi e Flaminio Gualdoni, è instaurare un dialogo a distanza tra Piero Manzoni e Osvaldo Cavandoli, autori entrambi, in modi diversi, di un lavoro specifico sul tema della linea. Piero Manzoni (1933-1963), pioniere dell’arte concettuale, ha concepito nel 1959 le Linee, opere in cui una linea tracciata in orizzontale su rotoli di carta di lunghezza variabile è arrotolata e poi chiusa in cilindri sigillati: ciò che importa è la pensabilità della linea assai più della sua ragione fisica. Osvaldo Cavandoli (1920-2007) ha creato il celebre personaggio della Linea nel 1969, come proposta per il Carosello della RAI: era un cartone animato realizzato con un unico tratto di matita continuo, una situazione in cui la linea tracciava il personaggio, il luogo e il tempo della sua azione. L’anticonvenzionalità del progetto incontrò dapprima molte resistenze, fino a quando un imprenditore illuminato, Emilio Lagostina, ne fece il brand della sua azienda, garantendole un successo durato per tutti gli anni ’70 e ’80: la creatura ingenua e irascibile di Cavandoli è diventata, di fatto, una figura dell’immaginario collettivo.

La mostra allestita presso la Galleria Clivio fa incontrare due concezioni diversissime, ma entrambe radicali e vitali, nate da un elemento grafico essenziale che si carica di implicazioni poetiche e ironiche. Per Manzoni, si tratta di ridurre l’atto elementare del segnare al suo fondamento primo, in grado comunque di pronunciare la realtà. Per Cavandoli, si tratta, invece, di trasformare l’elemento narrativo dell’animazione nel piano stesso di realtà della visione, dando un nuovo valore all’artificio disegnativo.

Piero Manzoni

Scrivania Cavandoli

Osvaldo Cavandoli dipinge la Linea sull’asfalto

Spiega Anna Dusi, curatrice della mostra insieme a Flaminio Gualdoni: «Un suono onomatopeico riverbera nella mia mente quando penso a Piero Manzoni e Osvaldo Cavandoli, due personaggi che hanno dato un nuovo senso al linguaggio dell’immagine. Vogliamo invitare gli spettatori ad un incontro fatto di interrogativi, di frasi sospese e di linee astratte, dando un senso immaginativo e poetico all’opera di Manzoni e Cavandoli». Aggiunge Gualdoni: «Il senso di questo allestimento non è cercare affinità tra i due autori, ma testimoniare come l’elemento più essenziale dell’arte, la semplice linea, abbia dato vita a esperienze diverse, ma caratterizzate da una straordinaria carica innovativa».

In concomitanza con la mostra saranno organizzati alcuni eventi collaterali, a cominciare dai laboratori creativi dedicati ai più piccoli, per sperimentare idee, emozioni e movimento delle linee. Il tutto avverrà presso lo Studiocine Cavandoli di via Prina 10, a Milano, lo spazio in cui Osvaldo Cavandoli ha creato i suoi indimenticabili personaggi (nei mesi scorsi è stata lanciata una raccolta fondi da parte dell’associazione di promozione sociale Le Compagnie Malviste con l’obiettivo di riqualificarlo e trasformarlo in uno spazio policulturale aperto a tutti). Ideati da Daniela Migotto e Francesca Valan, i workshop sono gratuiti e indicati per bambini dai 6 ai 10 anni di età.

Infine, dal 6 all’8 giugno, presso la Casa delle Associazioni e del Volontariato di Milano, è in programma un laboratorio teatrale intitolato “Il divenire della Linea“ e rivolto ad attrici e ad attori dai 20 ai 40 anni di età. A dirigerlo, il regista, attore e performer Raffaello Fusaro. I partecipanti verranno coinvolti in una ricerca fisica, espressiva, mimica, vocale ed emotiva intorno al personaggio immaginario di Cavandoli. 

La Moviola dello Studio Cavandoli

Le Linee – Piero Manzoni
La Linea – Osvaldo Cavandoli

Dove

Galleria Clivio, Foro Buonaparte 48, Milano.
Tel: 023657360-3385479433. Email: galleria@clivioarte.it

Quando

Inaugurazione: mercoledì 25 maggio, ore 18.00.
Apertura al pubblico: dal 26 maggio al 30 giugno (da martedì a sabato, ore 14.00-18.00)

Ingresso Libero

Laboratori per bambini presso lo Studiocine Cavandoli

Dove

Via Prina 10, Milano

Quando

Venerdì 27 e lunedì 30 maggio, venerdì 10 e venerdì 17 giugno, ore 16.30-18.00

Informazioni e prenotazioni

Tel. 3518009578 – Email: comunicazione@lecompagniemalviste.org

Workshop teatrale “Il divenire della Linea”

Dove

Casa delle Associazioni e del Volontariato, via Marsala 8, Milano

Quando

Da lunedì 6 a mercoledì 8 giugno, ore 9.30-17.00

 

Partecipazione gratuita; è previsto un contributo spese, inclusivo di tessera associativa ed assicurazione, pari a 50 euro. 
Inviare la propria candidatura con CV e lettera motivazionale entro il 30 maggio a: lalineaworkshop@studiocinecavandoli.com

Per info:

Ufficio stampa Le Compagnie Malviste
Andrea Conta – cell: 347 1655323
Beatrice Canclini – cell: 334 5043896
Email: andrea.conta1968@libero.it; comunicazione@lecompagniemalviste.org
www.lecompagniemalviste.org
www.facebook.com/lecompagniemalviste
www.instagram.com/lecompagniemalviste
Al via una raccolta fondi per far rivivere a Milano lo studio di Osvaldo Cavandoli, il cartoonist che inventò La Linea

Al via una raccolta fondi per far rivivere a Milano lo studio di Osvaldo Cavandoli, il cartoonist che inventò La Linea

La Linea e Osvaldo Cavandoli

Comunicato stampa

 

Disegnatore, illustratore, cartoonist, grafico e regista, Osvaldo Cavandoli diventò famoso inventando La Linea, il personaggio di alcune indimenticabili pubblicità degli anni Sessanta e Settanta. Per tutto il 2022 sarà attiva una campagna  di crowdfunding che ha l’obiettivo di riqualificare il suo studio milanese e trasformarlo in uno spazio aperto a tutti, dove verranno organizzati laboratori creativi per grandi e piccoli, incontri, visite guidate, proiezioni speciali, spettacoli teatrali, mostre e concerti. Mantenendo viva, così, la memoria di un artista stimato e premiato in tutto il mondo.

MILANO – Far rivivere e valorizzare lo Studiocine Cavandoli di Milano, lo spazio nel quale Osvaldo Cavandoli, il disegnatore, illustratore, cartoonist, regista e grafico pubblicitario che inventò La Linea, il famoso personaggio utilizzato in alcune indimenticabili réclame degli anni Sessanta e Settanta e poi in una fortunata serie animata, ha lavorato a lungo. Come? Aprendolo al pubblico in modo continuativo all’inizio del 2023 e organizzando attività di vario tipo, dai laboratori creativi per bambini e adulti alle visite animate, dalle serate-cinema con proiezione di film, cortometraggi, cartoni animati e pubblicità d’epoca all’allestimento di spettacoli teatrali, mostre, concerti ma non solo.

Promotori dell’iniziativa sono il figlio Sergio, proprietario dello studio, la curatrice Anna Dusi, Andrijana Ružić, storica dell’arte d’animazione, Eric Rittatore, blogger esperto in animazione, Piero Tonin e Giovanni Beduschi, fumettisti e allievi di Cavandoli, e Le Compagnie Malviste, associazione di promozione culturale e sociale impegnata in progetti di rigenerazione urbana ma anche realtà specializzata nel teatro sociale e di comunità, con un’attenzione particolare alle persone fragili.

Per rendere accessibile e fruibile da tutti, a Milano, uno dei luoghi della cultura che, altrimenti, rischierebbe di essere dimenticato, nelle scorse settimane è stata lanciata una campagna di crowdfunding (www.retedeldono.it/it/progetti/lcm/cavandolis-studio-visit). La raccolta fondi, che si concluderà il prossimo dicembre, ha l’obiettivo di raccogliere 16.500 euro. 

La donazione è libera e con un contributo di almeno 20 euro si riceveranno in regalo simpatici ed esclusivi gadget come gli adesivi, le spillette, i block notes e gli shopper “griffati” La Linea di Osvaldo Cavandoli, conosciuto semplicemente come “Il Cava” e considerato da molti studiosi come uno dei più importanti cartoonist italiani della sua epoca. Ma soprattutto si contribuirà alla realizzazione di un importante progetto culturale, mantenendo viva la memoria di un artista (scomparso nel 2007) che si definiva un “artigiano dell’umorismo” e che era molto apprezzato anche all’estero.

Ingresso e corridoio

Banco ripresa

Scrivania Cavandoli

Scrivania

Moviola

Nello spazio di via Prina 10, a Milano, a due passi dalla sede Rai di corso Sempione, Osvaldo Cavandoli, oltre al personaggio La Linea, ha creato Pupilandia, rivoluzionario studio d’animazione specializzato nella realizzazione di pubblicità con i pupazzi animati, i film con i fratelli Pagot, meravigliose grafiche pubblicitarie, fumetti, opere in legno e molto altro. Il suo studio è uno scrigno di cultura, dove sono conservati i lavori di una vita: tavole, vignette, manifesti cinematografici, bozze pubblicitarie, dépliant, pellicole inedite, pupazzi, attrezzature tecniche, animazioni, ricordi, riconoscimenti e premi. Un archivio che attende di essere valorizzato e condiviso con un pubblico di curiosi e appassionati. Un luogo dove ognuno potrà ritrovare parte della propria storia personale e molti ricordi d’infanzia, ma che necessita di cure e interventi di riqualificazione, come spiega Sergio Cavandoli: «Lo studio ha bisogno di manutenzione continua. Inoltre ci sono anche alcuni strumenti di lavoro di mio padre, come il moviolone, che necessitano di cure specialistiche. Per non parlare dei pupazzi, dei manifesti, dei bozzetti, delle tavole, degli oggetti di scena di Pupilandia e delle decine e decine di pellicole che andrebbero riversate su supporti più moderni».

Incontri, laboratori e visite guidate allo Studiocine Cavandoli sono in agenda anche nelle prossime settimane allo scopo di incentivare le donazioni (il programma degli appuntamenti, in continuo aggiornamento, è consultabile sul sito www.lecompagniemalviste.org). Alvise Campostrini, presidente dell’associazione Le Compagnie Malviste, sottolinea: «Rendere fruibile lo studio di Osvaldo Cavandoli significa restituire un tassello mancante al quartiere, alla città e ai suoi abitanti, valorizzando al tempo stesso l’opera di un artista che, ancora oggi, ha una grande influenza. La fruibilità dello studio di Osvaldo Cavandoli potrebbe far riscoprire l’antica vocazione artigianale di una zona che, negli ultimi decenni, ha subito una forte gentrificazione e che ha visto moltiplicarsi le attività commerciali dedicate al food & drink. La valorizzazione di questo luogo della cultura aumenterebbe l’attrattività del quartiere. Fino alla fine del 2022 continueremo a raccogliere fondi, ma se ricevessimo un numero significativo di donazioni entro la fine di gennaio potremmo vincere un premio ulteriore in denaro da parte della Rete del Dono, la piattaforma digitale di personal fundraising alla quale ci appoggiamo, grazie al Premio Crowdfunding per la Cultura». 

Già, il quartiere. I responsabili del progetto mirano a coinvolgere gli abitanti del Municipio 8, ma pure gli studenti di ogni ordine e grado (scuole dell’obbligo, istituti artistici, professionali e così via), i turisti, i centri di aggregazione giovanile, le attività commerciali del territorio e, organizzando laboratori artistico-teatrali specifici, anche le persone più fragili, come gli utenti dei Centri psicosociali e socioricreativi per anziani di Milano, le persone affette da patologie quali, per esempio, l’Alzheimer, i loro caregiver e i loro familiari.

Interno Studiocine Cavandoli di Milano

Per contribuire al progetto

Campagna di crowdfunding su Rete del Dono

Per info