Riscoprendo la poetessa dei Navigli: lo Spazio Alda Merini in trasferta a Rottoliamo

Riscoprendo la poetessa dei Navigli: lo Spazio Alda Merini in trasferta a Rottoliamo

Comunicato stampa

 

Giovedì 27 ottobre 2022 alle ore 18.30 presso la Chiesetta di San Carlo alle Rottole di Milano.

Mirandola Comunicazione e  Paolo Iabichino presentano il quarto appuntamento del progetto “Rottoliamo – Rolling Ideas”, in cui sarà ospite Donatella Massimilla, direttrice artistica dello Spazio Alda Merini.

L’incontro avverrà presso la Chiesetta di San Carlo alle Rottole di Milano il 27 ottobre alle ore 18.30, per presentare in anteprima il programma degli eventi di novembre e dicembre allo Spazio Alda Merini in via Magolfa 30 a Milano. Si tratta di un’ex tabaccheria, dove la stanza della poetessa meneghina ha ripreso vita. Grazie al CETEC, compagnia di Teatro d’Arte Sociale fondata dalla regista Donatella Massimilla e dall’attrice Gilberta Crispino, il negozio si è trasformato in un luogo aperto agli incontri intergenerazionali, alle contaminazioni artistiche e alle visioni poetiche. 

Ricordata per uno stile tanto semplice, quanto visionario, Alda Merini, la Poetessa dei Navigli, è nota per aver scritto versi a partire dalla propria esperienza travagliata. Sofferenzaamore e delusione sono temi comuni alle sue opere, veicolati da un compromesso tra onirico e poetico. Il manicomio, in particolare, è stata l’ombra costante della sua vita, che ha portato l’autrice a comporre scritti del calibro di “Destinati a morire”, “La Terra Santa” e “L’altra verità”.

Ritratto di Alda Merini

Scrivania Cavandoli

Mirandola Comunicazione
L’agenzia di comunicazione per tutti coloro che si impegnano a migliorare il mondo in cui viviamo. Siamo nati in un podere agricolo come centro d’arte e comunicazione nel 2002 per comunicare come l’innovazione possa migliorare la vita delle persone. Oggi abbiamo tre sedi e una piattaforma che facilita la comunicazione nell’”età ibrida”. Un filosofo che amiamo molto  la definirebbe comunicazione «onlife». Nasciamo come centro d’arte e comunicazione e queste due anime non ci hanno mai abbandonato. Creatività e benessere sono al centro della nostra comunicazione da sempre. Non anteponiamo mai il business ai nostri valori. 

Paolo Iabichino, aka IABICUS
Paolo Iabichino, conosciuto anche come Iabicus, è scrittore pubblicitario, direttore creativo, fondatore dell’Osservatorio Civic Brands con Ipsos, Maestro alla Scuola Holden. Si occupa di creatività e nuovi linguaggi nella costruzione di contenuti fuori e dentro la Rete. Ha ideato il concetto di “Invertising” in un libro che è diventato un manifesto per un messaggio pubblicitario rinnovato e consapevole. Il suo ultimo libro è “#Ibridocene. La Nuova Era del tempo sospeso”, pubblicato per Hoepli Editore che gli ha affidato la direzione editoriale della collana Tracce. Nel 2018 l’Università di Modena e Reggio Emilia l’ha eletto Comunicatore dell’anno e nel novembre 2021 è stato insignito della Laurea Magistrale Honoris Causa in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni dall’Università di Urbino Carlo Bo.

Spazio Alda Merini

Dove

Chiesetta di San Carlo alle Rottole – Via Palmanova 20, Milano

Quando

Giovedì 27 ottobre 2022 alle ore 18.30

I posti sono limitati, è gradita la prenotazione e la conferma della presenza tramite il seguente link o scrivendo all’indirizzo rottoliamo@mirandola.net

Per info:

UFFICIO STAMPA
Mirandola Comunicazione

Antonino Pintacuda | antonino.pintacuda@mirandola.net | 3358208190
Denise Miceli | denise.miceli@mirandola.net | 333186 2600
Carlotta Minuzzo | carlotta.minuzzo@mirandola.net | 3423894554
Giant Steps: a Milano la personale di Alessandro Curadi dedicata al Jazz

Giant Steps: a Milano la personale di Alessandro Curadi dedicata al Jazz

Comunicato stampa

 

MILANO – La galleria Maiocchi15 inaugura giovedì 27 ottobre, dalle ore 19 in via Maiocchi 15 a Milano, la mostra “Giant Steps”, esposizione personale delle opere di Alessandro Curadi. La serata sarà accompagnata da un’esibizione musicale jazz.

In mostra saranno esposte una quindicina di opere uniche dell’artista contemporaneo, dedicate al mondo del jazz e realizzate ad olio e acrilico su tela.

Alessandro Curadi presenta durante l’esposizione il suo lavoro in studio: sono ritratti a figura intera di famosi personaggi del Jazz che si stagliano su uno sfondo di colore uniforme, per mettere in risalto la figura o il singolo strumento.

Emoziona questa carrellata di musicisti che, presi singolarmente, vivono di vita propria, talvolta con le pulsazioni di una tromba, talvolta attraverso un sax o una chitarra. Diventano, anche per i non musicofili, immagini iconiche del sassofonista o del trombettista in sé, al di là che si tratti di John Coltrane o di Miles Davis e così questi protagonisti, questi strumenti, queste icone diventano quadri musicali che animano lo spazio “estetico” circostante.

Miles Davis, olio e colori acrilici su tela, 100×150 cm

Scrivania Cavandoli

Art Blakey, olio e colori acrilici su tela, 100×150 cm

Musica e pittura parlano lo stesso linguaggio, viaggiano nella stessa direzione, tanto che pare di poter ascoltare le tele stesse. Su questo binario di scambio simbiotico non c’è quasi differenza: le vibrazioni di un sassofono e quelle di un blu profondo, il tocco caldo di una chitarra e un giallo assolato, ma anche accostamenti emotivi più forti e inusuali, che rendono vibrante e vivo l’accordo di note e colore.

Alessandro Curadi ha unito la sua passione per la musica a quella per l’arte in unico percorso creativo: fin dal 2010 ritrae i musicisti durante i concerti. Dipinge in diretta, spesso in condizioni del tutto precarie di luce e spazio, in pose quasi acrobatiche per tenere in equilibrio fogli, colori, acqua e pennelli. I suoi acquarelli sono il risultato magico di un’unica performance, un doppio live.

Un vero e proprio reportage pittorico, unico nel suo genere, che ha portato Curadi a ritrarre i più noti musicisti del panorama jazz e rock internazionale, collaborando con importanti riviste e piattaforme di settore.

Il vernissage di apertura sarà accompagnato da un’esibizione musicale jazz: il visitatore potrà godersi, quindi, un’esperienza artistica completa: note musicali e pennellate di colore dialogheranno davanti ai nostri occhi, le tele prenderanno vita, la musica avvolgerà e colorerà il momento di un tono jazz irresistibile.

Il duo sax, Francesco Mazzali e Luca Magnani, propone un repertorio che spazia dagli standard a sonorità sudamericane a contaminazioni barocche, tutto in chiave improvvisativa

Alessandro Curadi

Se si domandasse ad Alessandro Curadi se sia stato attratto prima dalla musica o dalla pittura, lui stesso si stupirebbe nel constatare la simultaneità di queste due passioni o necessità, al punto che hanno assunto, nel suo percorso, un’unica strada per cui egli insegue e cattura volti a suon di musica o racconta la musica a suon di volti e ciò avviene anche nei ritratti che non riguardano musicisti, dove si percepisce un andamento musicale, una metrica o ritmica del colore e del gesto. Musica e pittura parlano lo stesso linguaggio, viaggiano nella stessa direzione, tanto che pare di poterli ascoltare questi quadri musicali.

Su questo binario di scambio simbiotico non c’è quasi differenza: le vibrazioni di un sassofono e quelle di un blu profondo, il tocco caldo di una chitarra e un giallo assolato, ma anche accostamenti emotivi più forti ed inusuali, che rendono vibrante e vivo questo accordo di note e colore.

Curadi racconta e dipinge con un minimalismo sapiente, in un gioco a levare, quasi a suggerire le linee, all’inseguimento ostinato di ciò che sfugge, che non si fa prendere, che si può solo afferrare con l’emozione.

Percorrere le vie di un volto e le sue strade interne, gli angoli nascosti, è come viaggiare dentro l’uomo, nelle pieghe del vissuto, nelle trame dell’anima.

Oltre al lavoro in studio Curadi ritrae i musicisti proprio mentre suonano: musica e pittura in un’unica performance, in un doppio live, con tutta la magia del creare senza rete, in diretta durante il concerto.

Impalpabili sensazioni sonore si traducono in macchie visive e corporee, l’astratta fisicità del suono si materializza, combinandosi con acqua, luce e colore in istantanee sempre nuove, sintesi di suono e visione. E attimo, irripetibile.

I ritratti dal vivo colpiscono per la loro felice ‘impressione’: pochi tocchi, pochi tratti e prende vita l’anima di un volto, la sua essenza. Il dettato intimo, interno, il musicista visto e sentito dal pittore È singolare il tentativo, l’ambizione e anche la follia di dare suono a un dipinto o di dare volto a un suono.

Di che colore è la musica? Che suono ha la pittura?

Non ci interessa la risposta, ci piace lasciare in sospeso la domanda e accoglierne la provocazione.

Buona visione e buon ascolto.

Giant Steps – Alessandro Curadi

Dove

Maiocchi15, Via Maiocchi 15, 20129 – Milano.
Tel: 02.23184910. Email: maiocchi15@gmail.com

Quando

Inaugurazione: Giovedì 27 ottobre 2022, dalle ore 19.00.
Apertura al pubblico: dal 27 ottobre al 10 novembre 2022 (dal lunedì al sabato: 9.30 – 13 e 14.30 – 19.30)

Ingresso Libero

Per info:

Maiocchi15
Tel. 02.23184910
Email: maiocchi15@gmail.com
“Le Alpi” di Paolo Borghi raccontano la natura del Festival cremasco I Mondi di Carta

“Le Alpi” di Paolo Borghi raccontano la natura del Festival cremasco I Mondi di Carta

Tenuta segreta fino al momento dell’inaugurazione della storica kermesse dedicata al tema “La natura ci salverà?”, la scultura resterà esposta fino al 17 Ottobre in Piazza Duomo.

“Le Alpi” di Paolo Borghi (Foto: Rachele Donati De Conti)

È stata un’inaugurazione a regola d’arte per I Mondi di Carta Festival, la kermesse multiculturale cremasca che sabato due ottobre scorso ha salutato la sua nona edizione, in programma fino a domenica dieci. Lo ha fatto reiterando un rituale originale, un’idea preziosa che illumina tutta la manifestazione con i bagliori della bellezza, ossia regalare alla città di Crema, anche se solo per pochi giorni, una scultura realizzata da un artista importante, un’opera che possa essere al tempo stesso sintesi e simbolo  del tema, del “fil rouge” che guida il concatenarsi dei singoli eventi e che quest’anno è affidato al quesito: “La natura ci salverà?”.

“Un tema sfidante, così come lo sono stati gli ultimi due anni a livello globale e per la comunità di Crema, tanto duramente messa alla prova da una pandemia con strascichi ancora seri e che sta dimostrando quanto  la Terra sia un tutto interconnesso in cui i comportamenti dei singoli sono importanti al pari delle scelte strategiche delle Nazioni e dei loro governanti”, sottolinea il Presidente dei Mondi di Carta Enrico Tupone, ideatore della manifestazione figura di riferimento per tutto il gruppo dei soci.

Ed è stato proprio lui, supportato dalla figlia Isabella Tupone direttrice della galleria milanese Area\B e in collaborazione con Studio Copernico, a selezionare la magnifica veduta bronzea “Le Alpi” dell’artista Comasco Paolo Borghi e a tenere tutti all’oscuro di questa scelta fino al momento stesso dell’inaugurazione, quando il drappo rosso che la copre viene sollevato e rivela quindi il segreto così ben custodito. La “possente leggerezza” dell’opera di Borghi lascia tutti stupiti: è quasi come affacciarsi, in piena Piazza Duomo, da una terrazza a centinaia di metri di altezza. 

Paolo Borghi impara dal padre, abile orafo e cesellatore, l’arte della lavorazione dei metalli.  A partire dal 1958, si dedica completamente alla scultura, scegliendola come mezzo espressivo principale. Intorno al 1980, scopre la sua vera anima artistica, che affonda le sue radici nel classicismo delle forme, nell’indagine del mito e del sacro. Nel corso degli anni il suo lavoro diventa protagonista di importanti mostre e grandi committenze, alcune sue opere si trovano in permanenza al Mola Center di Los Angeles, in Texas, in Corea, sue sono anche le magnifiche porte in rame sbalzato della Basilica dei Santi Pietro e Paolo, a Milano, sua è la nuova monetazione del Vaticano e le innumerevoli opere di ispirazione sacra che adornano chiese e piazze italiane. “Le Alpi” è una fusione in bronzo realizzata nel 2003, che di recente è stata esposta presso l’incredibile contesto della Reggia di Venaria, a Torino, e arriva oggi a Crema, nell’altrettanto meravigliosa Piazza Del Duomo.  “Le Alpi”, nel racconto dell’artista, usa il tramite di queste figure di ispirazione etrusca, per riprodurre il paesaggio alpino che l’artista vede dalla finestra del suo studio, che si trasforma qui in due soggetti uniti fra loro, quasi a formare un una figura unica, e fortemente radicati a terra, proprio come la maestosa catena montuosa che li ha ispirati. La forza suprema della natura è sintetizzata in una scultura dettagliata, a tratti delicata nei suoi particolari, ma assolutamente concreta e destinata a perdurare nel tempo, anche davanti alle intemperie del mondo. Con “Le Alpi” Borghi ragiona sul paesaggio che diviene corpo e sul corpo che diventa paesaggio. Costruisce mondi, assembla diversi momenti di un’esistenza e recupera i riferimenti di un’antichità che non smette di interessare e ispirare gli intelletti. L’attenzione per le vicende umane si consuma insieme a quella per la natura che diviene elemento parlante. I corpi distesi in riposo di due amanti fanno da preambolo allo svolgere dei rilievi montani: come gli dei che, stanchi, hanno da poco originato un intero universo.

Fonte: Pagina Facebook “I Mondi di Carta”

“Le Alpi” di Paolo Borghi (Foto: Luca Severgnini)

L’opera resterà esposta in Piazza Duomo a Crema per due settimane, fino al 17 Ottobre e sarà l’occasione per tutti per ammirare da vicino l’opera di un artista tanto importante quanto appassionato. Vegliato dalle due figure bronzee, I Mondi di Carta Festival darà corso ai tantissimi appuntamenti in programma negli storici e suggestivi spazi del Sant’Agostino-Museo Civico.  Otto giorni di iniziative, circa venti differenti appuntamenti,  una sfida alle precedenti edizioni, ciascuna unica, particolare, amata e ricordata per ragioni differenti. Letteratura, arte, musica, cucina, benessere e tanto altro: i Mondi continuano ad esplorare e a sorprendere, a inventare e a rischiare. Attesi nomi importanti della letteratura, della musica, della gastronomia della scienza e della comicità, fra cui la scrittrice Antonella Boralevi, il giornalista Mario Calabresi, l’immunologo Alberto Mantovani, il cuoco e conduttore televisivo Andrea Mainardi, il comico Germano Lanzoni. Enrico Bertolino,  formidabile formatore e umorista chiuderà l’edizione 2021 con la sua tagliente, irresistibile ironia. I Mondi di Carta 2021 propongono dunque un palinsesto variegato e ricco di sorprese, a conferma della centralità di Crema e dei suoi operatori culturali come motore di iniziative prestigiose, una vera e propria vetrina di alto livello per il territorio, la sua bellezza, i suoi talenti. 

I Mondi Social

website: www.imondidicarta.it

facebook: @imondidicartaFestival
instagram: imondidicarta_Festival

Foto in evidenza di Luca Severgnini

MITO SETTEMBREMUSICA 2021: “FUTURI”

MITO SETTEMBREMUSICA 2021: “FUTURI”

Diversità e continuità in un programma ambizioso: tra gli ospiti, i pianisti Ivo Pogorelich, Brad Mehldau, Gabriela Montero, Michail Lifits; il violinista Sergej Krylov; il tenore Ian Bostridge; la fisarmonicista Ksenija Sidorova 7 prime esecuzioni assolute, tra cui una commissione del Festival 12 prime italiane e più di 60 compositori viventi coinvolti Nel giorno dei cori, tredici concerti a ingresso gratuito Continua la collaborazione con Rai Radio3, che trasmette molti concerti in diretta o differita, e Rai Cultura, che realizza un documentario sul festival Milano – Torino, dall’8 al 26 settembre

Brad Meldhau – Ph. ©David Bazemore

Comunicato stampa/
Si intitola “Futuri” ed è dedicata a Fiorenzo Alfieri, Assessore alla Cultura di Torino recentemente scomparso, la quindicesima edizione del Festival MITO SettembreMusica, che si svolgerà a Milano e a Torino dall’8 al 26 settembre 2021, con 126 concerti nelle due città. Un hashtag eloquente, #soloamito, per identificare un cartellone articolato e vario ma al tempo stesso compatto e coerente, che fonde e mette in comunicazione fra loro proposte diverse per ascoltatori diversi, nomi illustri e realtà spontanee, capolavori consacrati e proposte inedite, per i grandi e per i piccoli, per il pubblico più preparato e per quello meno abituato alla musica. Tutti programmi ideati apposta ed esclusivamente per un festival unico, declinando il tema che li riunisce in uno sforzo creativo eccezionale, realizzato grazie alla stretta collaborazione con gli artisti coinvolti, pur nel costante rispetto dei protocolli sanitari. Anche quest’anno non mancano le introduzioni ai concerti, curate da Stefano Catucci, Enrico Correggia, Luigi Marzola, Carlo Pavese e Gaia Varon.
«La pandemia ci ha costretti a concentrarci sul presente – dice il Direttore artistico Nicola Campogrande – perché per mesi il nostro futuro è stato ipotecato, interrotto. Ma la musica classica attraversa il tempo e, per sua natura, riunisce l’eredità del passato e il respiro del presente, consegnandoli al futuro. Ecco quindi i “Futuri” di MITO SettembreMusica: sono quelli con i quali i compositori hanno sempre avuto a che fare, scrivendo musica perfetta per la loro epoca, che poi passava in eredità ai posteri, oppure componendo per orecchie che ancora non esistevano. Sempre, in ogni caso, sfidando il tempo».

Appuntamenti in orari diversi e a prezzi contenuti

Nell’arco dell’intera giornata, da quelli serali in sedi prestigiose come il Teatro dal Verme, l’Auditorium Rai “Arturo Toscanini”, l’Auditorium “Giovanni Agnelli” del Lingotto, a quelli diurni, per arrivare a estendersi nei luoghi decentrati delle due città. «Mi piace sottolineare la dimensione sociale che da sempre caratterizza il festival – dice la Presidente Anna Gastel – dall’attenzione verso i più piccoli, i nostri spettatori di domani, con spettacoli a loro dedicati nei fine settimana, all’accessibilità del prezzo dei biglietti, veramente per tutti, fino alla scelta di decentrare in teatri di quartiere molti concerti con interpreti di prima grandezza, così da pervadere tutta la città con la consueta “festa della musica”». Prezzi quindi ancora una volta molto contenuti: quelli per i concerti serali vanno dai 10 ai 35 euro (ma chi è nato dal 2007 in poi paga solo 5 euro), quelli per i concerti pomeridiani e per i bambini 5 euro, quelli per i concerti diffusi nel territorio metropolitano sono proposti a 3 euro, non mancano poi i concerti gratuiti.

Simmetrie anche nella distribuzione degli eventi nelle due città

La serata d’apertura è in programma al Teatro Dal Verme di Milano mercoledì 8 settembre alle 21, e all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino giovedì 9 settembre. Protagonisti l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e il suo Direttore emerito Fabio Luisi, con il pianista svizzero Francesco Piemontesi in veste di solista. In programma la prima esecuzione italiana di subito con forza della compositrice coreana Unsuk Chin, il Concerto n. 25 in do maggiore KV 503 di Mozart e la Sinfonia n. 8 di Beethoven. E se l’inaugurazione, a Milano, è affidata a una grande orchestra basata a Torino, la chiusura è in programma a Torino con una grande orchestra milanese: domenica 26 settembre alle 21, all’Auditorium del Lingotto, suona la Filarmonica della Scala guidata dal suo Direttore principale Riccardo Chailly. In programma due altissime pagine romantiche: la Sinfonia “Italiana” di Mendelssohn e la Sinfonia n. 4 in re minore di Schumann. Ma lo scambio tra le realtà musicali cittadine non finisce qui, perché a Milano l’ultimo concerto serale, venerdì 24 settembre al Teatro Dal Verme, vede protagonista l’Orchestra del Teatro Regio di Torino diretta da Pablo Heras-Casado. In programma la prima esecuzione italiana di Icarus di Lera Auerbach e la Prima sinfonia di Brahms. Fabio Luisi, Riccardo Chailly e Pablo Heras-Casado sono solo alcuni dei grandi nomi presenti in cartellone: a loro si affiancano un tenore unico per sensibilità e cultura come l’inglese Ian Bostridge, in un duo imprevedibile con il pianista jazz Brad Mehldau che ha composto per lui una raccolta di Lieder sul tema del desiderio, della passione e dell’amore (9 settembre a Milano e 10 settembre a Torino); la leggenda del pianoforte Ivo Pogorelich (14 settembre a Milano e 15 settembre a Torino); un altro duo insolito è quello che vede la fisarmonicista Ksenija Sidorova tornare a MITO con la giovane violoncellista Camille Thomas (13 settembre a Milano e 14 settembre a Torino); un’altra violoncellista giovane ma già celebre in campo internazionale, Miriam Prandi, in duo con Alexander Romanovsky, vincitore del concorso “Busoni” che lo lanciò sulla ribalta internazionale vent’anni fa (16 settembre a Milano e 17 settembre a Torino); la pianista Gabriela Montero, impegnata con le sue fantasmagoriche improvvisazioni su temi proposti dal pubblico (12 settembre a Milano e 13 settembre a Torino); il violinista Sergej Krylov, insieme al pianista Michail Lifits (22 settembre a Milano e 23 settembre a Torino). Tra i complessi ospiti, la Tallinn Chamber Orchestra e l’Estonian Philharmonic Chamber Choir, diretti da Tõnu Kaljuste, per una sera che racchiude atmosfere baltiche e suggestioni italiane, grazie alla prima esecuzione nel nostro Paese di Sei la luce e il mattino di Tõnu Kõrvits, su testi di Cesare Pavese (18 settembre a Torino e 19 settembre a Milano). Molti artisti famosi, ma anche tanti giovani musicisti che si stanno guadagnando l’attenzione del pubblico, e talenti da scoprire: l’Albion Quartet dall’Inghilterra, il Notos Quartett dalla Germania, il Meta4 Quartet dalla Finlandia, il Collegium 1704 dalla Repubblica Ceca, i pianisti Filippo Gorini dall’Italia, e dall’Ucraina Dmytro Choni.

Indagine nella contemporaneità

La prima italiana di Unsuk Chin, sulla quale si alza il sipario del Festival, non è certo un caso isolato: MITO prosegue la sua tradizionale indagine nella contemporaneità offrendo sette prime esecuzioni assolute, di cui una su commissione dello stesso Festival, dodici prime italiane e più di sessanta opere di compositori viventi. Di particolare rilievo la commissione di MITO a David Del Puerto, che ha realizzato una nuova orchestrazione degli ultimi numeri del Requiem lasciato incompiuto da Mozart. Il cinquantasettenne compositore spagnolo ha utilizzato gli strumenti dell’orchestra barocca, aggiungendovi arpa, fisarmonica, chitarra e basso elettrico. Il concerto è in programma il 22 settembre a Torino nella Chiesa di San Filippo Neri, e il 23 settembre a Milano al Teatro Dal Verme, con l’orchestra e l’ensemble vocale “laBarocca” diretti da Ruben Jais. Alle istituzioni ufficiali si alternano le iniziative spontanee e più popolari. Torna il giorno dei cori che accoglie formazioni delle due città, con ben tredici concerti a ingresso gratuito in programma sabato 11 a Milano e domenica 12 settembre a Torino. Culmine della giornata la partecipazione del Coro Giovanile Italiano diretto da Petra Grassi. E una novità fortemente simbolica è la fusione fra due orchestre di fiati: il 18 settembre a Torino e il 19 settembre a Milano si riuniscono elementi di due diverse bande, l’Antica Musica del Corpo dei Pompieri di Torino e la Civica Orchestra di fiati di Milano, per un appuntamento che vede in programma anche l’esecuzione della versione originale della Rhapsody in blue di Gershwin per pianoforte e orchestra di fiati. Tornano anche i concerti per i più piccoli, che nei fine settimana propongono occasioni per scoprire modi poco consueti di fare musica e teatro musicale. In prima italiana andranno in scena Solletico, l’11 a Torino e il 12 a Milano, proposto dall’Oorkan Amsterdam; Futurottole, il 18 a Torino e il 19 a Milano, con i Piccoli cantori di Torino e l’ensemble Brù; Shhht, il 18 a Milano e il 19 a Torino, con il lussemburghese Quatuor beat; e Pachua, il 25 a Milano e il 26 a Torino, con l’Orchestra i Piccoli Pomeriggi Musicali ed Elio come voce recitante. A Torino è in preparazione la rassegna parallela MITO per la città, momenti musicali dal vivo in luoghi non canonici e rivolti in particolare a chi non può raggiungere le sedi di concerto, preziosi in particolar modo dopo il periodo della pandemia.

Riccardo Chailly – Ph. ©Silvia Lelli

MITO SettembreMusica (Milano – Torino, dall’8 al 26 settembre), che gode del contributo del Ministero per i beni e le attività culturali, è realizzato da Fondazione per la Cultura Torino e I Pomeriggi Musicali di Milano, grazie all’impegno economico delle due Città, all’indispensabile partnership con Intesa Sanpaolo – attuata sin dalla prima edizione –, al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e degli sponsor Iren, Pirelli, Fondazione Fiera Milano e al contributo di Fondazione CRT. «Con grande piacere confermiamo il nostro sostegno a questa importante iniziativa, con la quale condividiamo l’obiettivo di rendere la musica un patrimonio universale, accessibile a tutti e in particolare ai giovani, che coinvolge le città di Milano e Torino. MITO SettembreMusica è in piena sintonia con il tradizionale impegno di Intesa Sanpaolo a sostegno dell’arte, della musica e della cultura, leve fondamentali per attivare nuovi processi di sviluppo civile, sociale ed economico, soprattutto in questo periodo in cui l’obiettivo è quello di voltare pagina per intraprendere la direzione della ripartenza», ha commentato Fabrizio Paschina, Executive Director Comunicazione e Immagine Intesa Sanpaolo, in occasione della conferenza stampa MITO SettembreMusica di cui la Banca è Partner anche per l’edizione 2021, presentata oggi. La Rai si conferma Media Partner del festival con Rai Cultura, Rai5 e Rai Radio3. È rinnovata la strategica Media Partnership con il quotidiano La Stampa e con la Radiotelevisione svizzera – Rete Due.

Foto in evidenza: Filarmonica della Scala – Riccardo Chailly – Ph. @Giorgio Gori

Francesca Bertazzo Hart Quartet “JAZZ LIGHTS”

Francesca Bertazzo Hart Quartet “JAZZ LIGHTS”

Torna a Crema mercoledì 7 luglio 2021 sul palco più importante della città, il CremArena, la cantante e chitarrista Francesca Bertazzo Hart con un concerto dal nome Jazz Lights. L’evento è inserito nel palinsesto degli eventi culturali estivi e realizzato in collaborazione con il Crema Jazz Art Festival.

Francesca Bertazzo Hart

Davvero unica e originale questa formazione che vede la vocalist protagonista anche di quasi tutti gli arrangiamenti e dell’accompagnamento armonico alla chitarra, con una scelta di repertorio che parte dal mainstream e approda al jazz moderno passando per il be-bop e l’hard-bop. In una sapiente miscela fra standards noti e poco noti e brani originali autografi, Francesca Bertazzo Hart conduce il suo quartetto, plasmandolo a volte in mainstream band al servizio della sua splendida voce profondamente jazz; a volte in un più energico e ardente gruppo hardbop e bebop in cui la sua vocalità, attraverso la tecnica dello scat singing, si manifesta in modo più strumentistico.

“Posso contare sulle dita di una mano le cantanti jazz viventi in grado di cantare abilmente sugli accordi e Francesca Bertazzo e’ in cima a questa ristretta lista… Francesca e’ una cantante completa:è dotata di un meraviglioso suono, swinga accanitamente, racconta ogni volta una commuovente storia, è maestra dell’improvvisazione, scrive i suoi arrangiamenti, compone brani interessanti ed esclusivi ed espertamente accompagna se stessa con la chitarra con la quale anche improvvisa. Ha davvero fatto il suo dovere e il risultato è che riesce a fare tutto! Francesca Bertazzo è un’autentica originale!” (Amy London) 

Francesca Bertazzo Hart, voce e chitarra

Nel 1997 si è diplomata in canto jazz al C.P.M. di Milano con il massimo dei voti più nota di merito sotto la guida di Tiziana Ghiglioni e Francesca Olivieri. Ha partecipato a diversi seminari studiando con: Mark Murphy, Bob Stoloff (Berklee School of Music), Jay Clayton, Rachel Gould, Barry Harris, Kate Baker e altri. Nel 1996 partecipa ad un seminario con Sheila Jordan e vince una borsa di studio per seguire a New York i corsi della Manhattan School of Music. Nel 1997 si trasferisce negli Stati Uniti e vi resta per quasi quattro anni, facendo la gavetta nei club di New York. Ha cantato: nel “Ronald Westray Ensemble” diretto dal trombonista di Wynton Marsalis, nella “Jason Lindner Big Band” che annovera personaggi del calibro di Mark Turner, Antonio Hart e Greg Tardy e in diverse altre piccole formazioni. Francesca è artista versatile capace di creare un tutt’uno fra sperimentazioni vocali, improvvisazioni bebop e interpretazioni di standards americani, ma si evidenzia soprattutto per la grande capacità d’improvvisazione che fa di lei una delle più importanti cantanti scat italiane. Negli ultimi anni ha lavorato con diversi musicisti italiani tra i quali Fabrizio Bosso, Marcello Tonolo, Robert Bonisolo, Ares Tavolazzi, Massimo Manzi e molti altri. Molto intensa anche l’attività concertistica all’estero con esibizioni in: Austria,Polonia, Francia, Lituania, Lettonia, Belgio, etc… Tra i progetti discografici più rilevanti è da segnalare il cd “Silver Friends”, omaggio alla musica di Horace Silver, con Ettore Martin al sax, Alberto Marsico all’Hammond ed Enzo Carpentieri alla batteria; “The Grace of Gryce“ con Ettore Martin al sax, Kyle Gregory alla tromba, Beppe Pilotto al contrabbasso e Marco Carlesso alla batteria; “The Teaneck session “ con George Cables al pianoforte e Steve Williams alla batteria e “Monk’s Midnight“ con Ilona Damietzka al pianoforte, Pawel Urowski al contrabbasso e Eric Allen alla batteria. Oltre all’attività concertistica insegna canto jazz in diversi conservatori di musica.

Beppe Pilotto, contrabbasso

Inizia lo studio del basso elettrico da autodidatta nel 1986 e successivamente del contrabbasso presso la scuola “Gillespie” di Bassano del Grappa sotto la guida di Giko Pavan ed in seguito con Cameron Brown e Andy McKee. Ha suonato con varie formazioni in Italia, Francia, Austria, Germania, Slovacchia, Giappone, Lettonia, in clubs, teatri e Festival; ha collaborato con vari musicisti tra i quali: Robert Bonisolo, Danilo Memoli, Michael Loesch, Glauco Masetti, Paolo Tomelleri, Sandro Gibellini ,Massimo Chiarella, Enzo Scoppa, Gianni Cazzola e altri. Ha partecipato a vari Festival e rassegne: Etna Jazz, Festa della Musica (a Parigi), Fiemme Ski Jazz, Kemptener Jazz- Fruhling, Eurommet Jazz Festival,“Marostica Jazz e altri. Ha inciso una decina di CD tra i quali: “New Thing Quartet” (2000), “Connection” Helga Plankensteiner Walter Civettini quintet (03), “Rythme Futur” con il gruppo Alma Swing (05) vincitore del concorso Porche Live Giovani e Jazz 2004. 

Enzo Carpentieri, batteria

Un musicista eclettico che integra gli elementi più tradizionali della musica afroamericana con quelli più moderni: dall’hardbop al freejazz, dal mainstream all’avanguardia, il batterista Enzo Carpentieri si trova proprio agio con le più disparate musiche riuscendo ad esprimersi con successo in diversi contesti stilistici. Attivo soprattutto in ambito jazz, ha suonato con Massimo Urbani e Sal Nistico, ha inciso con Franco Cerri e Gianni Basso e nell’area creativa della scena moderna con Greg Burk, John Tchicai, Rob Mazurek. Ha suonato in diversi paesi europei e in Cina, Asia, Indonesia, Australia, Jakarta, Vancouver, Melbourne, Buenos Aires, Honk Kong, New York. 

Gianluca Carollo, tromba e flicorno

Nel 1987 si diploma in tromba presso il Conservatorio di Vicenza sotto la guida del M° Bonomo. Successivamente si specializza con: E. Soana, M. Applebaun, G. Parodi, C. Roditi e C. Tolliver. Nel 1993 si diploma in strumenti a percussione al Conservatorio di Vicenza con il M° Facchin, con il massimo dei voti e la lode. Nel 2000 e 2001 partecipa ai workshops estivi della New School di New York organizzati da Veneto Jazz. Vanta numerosissime collaborazioni nell’ambito della musica classica (orchestra sinfonica di Sanremo, orchestra della Fenice di Venezia, vincitore del 1° premio assoluto al concorso internazionale per percussionisti “Cotogni” a Rovigo etc…) e della musica leggera (lavora per U. Smaila, Vittorio Matteucci, si esibisce in diverse trasmissioni televisive come: ”Buona Domenica”, ”Super classifica Show” etc.., è trombettista nella big band guidata da P. Belli, lavora come side man in più di 50 cd registrando per le etichette: SONY, BMG, etc…). Con il passare degli anni però si avvicina sempre di più alla musica jazz, la sua vera passione. Sono numerose le collaborazioni anche in quest’ambito in prevalenza come trombettista e in qualche occasione anche come vibrafonista. Si è esibito in svariati festival in Italia collaborando con diversi musicisti tra i quali: Carla Bley, Maria Schneider, Steve Swallow, Kenny Wheeler, Tom Harrell, Billy Cobham, Aldo Romano, Mainard Ferguson, Claudio Roditi, Ernie Watts, Enrico Rava, Robert Bonisolo e altri.

“Jazz Lights” Francesca Bertazzo Hart Quartet

Dove: CremArena, Piazzetta Winifred Terni de Gregorj, 3, Crema (CR)

Quando: Mercoledì 7 luglio, ore 21.

Francesca Bertazzo: chitarra-voce

Gianluca Carollo: tromba-flicorno

Beppe Pilotto: contrabbasso

Enzo Carpentieri: batteria

Foto in evidenza di Dan Codazzi

Lo Spazio Teatro 89 di Milano ringrazia medici e infermieri “A cuore aperto”

Lo Spazio Teatro 89 di Milano ringrazia medici e infermieri “A cuore aperto”

Sarà un pubblico del tutto speciale quello che, mercoledì 2 giugno alle 17.00, affollerà la platea dello Spazio Teatro 89 di Milano per il récital “A cuore aperto”: tre secoli di brani d’opera italiana. Organizzato dallo stesso teatro, lo spettacolo è infatti riservato esclusivamente ai medici, agli infermieri e a tutti i lavoratori degli Ospedali San Carlo e San Paolo, in segno di ringraziamento per la straordinaria dedizione e la grande professionalità profuse in oltre un anno di impegno nei reparti Covid e in tutte le aree ospedaliere coinvolte. Una dedica che ritroviamo anche nel titolo dell’evento, “A cuore aperto”, un gioco di parole ben riuscito che attinge contemporaneamente al lessico della medicina e a quello dei sentimenti. Con un percorso musicale che dall’opera buffa settecentesca, rappresentata dalla Serva Padrona di Giovanni Battista Pergolesi, arriverà fino al primo Novecento di Puccini e Cilea, il soprano Aurora Tirotta, il mezzosoprano Külli Tomingas, il baritono Raffaele Facciolà e il pianista Luca Schieppati (quest’ultimo protagonista anche di brevi guide all’ascolto prima di ogni brano), si esibiranno in un’antologia di brani d’opera, programma ideale per celebrare nel giorno della Festa della Repubblica l’identità nazionale italiana formatasi anche grazie alle melodie immortali e ai libretti di Verdi, Rossini, Donizetti, Cilea e degli altri grandi autori del melodramma ottocentesco.

Il baritono Raffaele Facciolà

Il soprano Aurora Tirotta

In questo lunghissimo anno di lockdown e di bollettini, di dolore ma anche di speranza, alcune categorie di lavoratori sono state particolarmente sotto pressione, come appunto gli operatori sanitari, mentre altri hanno vissuto nel più completo silenzio, per non dire oblio: parliamo degli artisti, dei lavoratori dello spettacolo, dei cinema e… dei teatri. E assume quindi un significato ancora più speciale, dimostrando il grande cuore di Milano, l’impegno dello Spazio Teatro 89 nell’accogliere e organizzare questo evento.

Federico Ugliano, direttore dello Spazio Teatro 89, commenta «Tra le tante titubanze per una riapertura dei nostri spazi che sembra, a conti fatti, più facile in teoria e meno in pratica, ci è venuta in mente una cosa molto semplice. Che sarebbe bello, intanto, ringraziare. In tanti, in troppi, noi inclusi, ci siamo lamentati per quello che è successo, per le sfortune e le miserie. Ma, riflettendo a freddo, credo che la categoria che abbia sofferto di più, a ben pensarci, sia stata quella dei sanitari. Il loro è stato un tributo di fatica, turni, sudore, emozioni, segni di mascherina, infezioni e, talvolta, morte. Ma, a differenza di tanti, di troppi, i sanitari sono quelli che si sono lamentati di meno in quest’anno e mezzo di delirio. Quindi, con il nostro amico Luca Schieppati abbiamo deciso di regalar loro questo attimo di pausa e, speriamo, di bellezza. Un concerto a porte chiuse per pochi di loro, ahimè, ma che speriamo sapranno godersi. Abbiamo pensato e scelto il 2 giugno un po’ come data simbolo: è la Festa della nostra Repubblica, del nostro Paese, che va aiutato a rinascere e a ripensarsi, dalle basi, come la sanità e la musica».

Esprime riconoscenza Matteo Stocco, il direttore generale dell’ASST Santi Paolo e Carlo: «Un dono, quello di un concerto a noi dedicato, che accogliamo con emozione e gratitudine e di questo ringraziamo lo Spazio Teatro 89. Sono stati mesi estremamente faticosi, sia per il fisico sia per la psiche, che nessuno potrà dimenticare, tanto meno tutti gli operatori sanitari impegnati in questa emergenza. In molte occasioni la musica è stata una compagnia che ha alleviato tensioni e fatica in corsia, che ha strappato sorrisi a pazienti e operatori, contribuendo a ritrovare l’indispensabile energia».

Külli Tomingas (mezzosoprano) e Luca Schieppati (pianista)

Dove: Spazio Teatro 89, via Fratelli Zoia 89, 20153 Milano
Quando: Mercoledì 2 giugno, ore 17.

“A cuore aperto”, passioni e riflessioni in tre secoli di brani d’opera italiana

Interpreti: Aurora Tirotta (soprano); Külli Tomingas (mezzosoprano); Raffaele Facciolà (baritono), Luca Schieppati (pianista e narratore).

Il programma:

Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736): “Lo conosco a quegli occhietti”, Duetto da “La serva padrona”;
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791): “Ah guarda sorella”, Duetto dal “Così fan tutte”; “Donne mie, la fate a tanti!”, Aria dal “Così fan tutte”; “Soave sia il vento”, Terzetto dal “Così fan tutte”;
Gioacchino Rossini (1792-1868): “Dunque io son”, Duetto dal “Barbiere di Siviglia”;
Gaetano Donizetti (1797-1848): “Udite, udite, o rustici!”, Aria dall’“Elisir d’amore”; “Io son ricco, tu sei bella”, Duetto dall’“Elisir d’amore”;
Omaggio a Dante Alighieri nel 700° anniversario: “Era già l’ora che volge il disìo”, Melodia di Robert Schumann (1810-1856) adattata da Arrigo Boito (1842-1918) ai versi di Dante;
Francesco Cilea (1866-1850): “Io son l’umile ancella”, Aria da “Adriana Lecouvreur”;
Giuseppe Verdi (1813-1901): “O don fatale”, Aria dal “Don Carlo”;
Giuseppe Verdi (1813-1901)/Franz Liszt (1811-1886): Parafrasi dal “Rigoletto”;
Giacomo Puccini (1858-1924): “Donde lieta uscì”, Aria dalla “Bohème”;
Mina: “E se domani”.

Gioachino Rossini

Gaetano Donizetti