Modica 1693: Urbanistica e ricostruzione

Modica 1693: Urbanistica e ricostruzione

Comunicato stampa.

Sabato 25 Novembre, presso la Fondazione G.P. Grimaldi, si terrà un convegno con uno sguardo al passato (il sisma del 1693, evento catastrofico fissato indelebilmente nella memoria e nella coscienza collettiva della Sicilia, che sconvolse l’assetto del Val di Noto sotto il profilo urbanistico – e non solo), al presente e al futuro.

Il 1693 segna un punto zero per l’assetto dei centri urbani del Val di Noto.

La ricostruzione dopo il trauma del sisma esige un nuovo ordine, che si esplica in modalità diverse e si fonda su opzioni differenti, a partire dalla scelta del sito di ricostruzione.

Noto rappresenta il modello della dis-locazione; altre città, come Modica, saranno ricostruite  con criteri nuovi, sia sotto il profilo strutturale che urbanistico, nel sito del precedente insediamento, quasi in segno di sfida alla Natura Matrigna.

Il Convegno propone una riflessione collettiva sulle scelte urbanistiche del passato, che necessariamente orientano il presente e il futuro di questa Città .

Il Convegno è organizzato dal Centro Studi, Documentazione e Ricerca sui Rischi (Presidente: Antonio Pogliese) e dalla Fondazione Salvatore Calabrese – ETS Modica (Presidente: Luigi Calabrese), con il supporto del Lions Club Modica, degli Ordini Professionali degli Architetti e degli Ingegneri della Provincia di Ragusa, dell’Associazione ProModica 1977 APS, dell’Antica Dolceria Bonajuto, della Fondazione Giovan Pietro Grimaldi (Presidente: Salvatore Campanella) e del Comune di Modica.

Interverranno :

  • Bruno Messina ed Emanuele Fidone, Professori Ordinari di Composizione Architettonica ed Urbana presso l’Università di Catania;
  • Orazio Caruso, Architetto;
  • Piero Martello, già Presidente Sezione Lavoro Tribunale di Milano, Direttore della Rivista Lavoro Diritti Europa;
  • Orazio Licciardello, Professore Ordinario di Psicologia Sociale presso l’Università di Catania;
  • Giuseppe Scannella, Architetto
Ambasciatori del Gusto e miart, connubio creativo dal sapore eccellente

Ambasciatori del Gusto e miart, connubio creativo dal sapore eccellente

Dal 14 al 27 aprile a Milano, in occasione del miart 23, una partnership fra Ambasciatori del Gusto e Fondazione Fiera Milano pone in dialogo grandi chef e grandi opere.

Ancora una volta Milano si lascia contaminare dalla forza della bellezza: torna miart (14-16 aprile 2023), la fiera in cui arte contemporanea, arte moderna e design in edizione limitata esplorano le relazioni tra il passato e il presente della creatività. In città è esplosa la primavera, luce ed energia fanno da scenario a un’iniziativa inedita: “MIART e AdG”, ovvero l’abbraccio fra l’arte di pittori, scultori & co. e quella dei grandi Chef, di cui Fieramilano e l’associazione Ambasciatori del Gusto sono promotori e portavoce autorevoli. Andrea Berton, Cesare Battisti, Vittorio Borgia, Vincenzo Butticè, Carlo Cracco, Roberto Di Pinto, Antonio e Vincenzo Lebano, Davide Oldani, Aya Yamamoto, Viviana Varese sono i dieci Chef Ambasciatori del Gusto che hanno aperto le porte dei loro indirizzi milanesi dedicando un piatto ad alcune tra le più belle opere concesse in prestito da Fondazione Fiera Milano. I pezzi saranno esposti nei loro locali per affascinare clienti e appassionati, incuriosirli e stimolarli in tutti i sensi grazie alla magia dei sapori, dei profumi e dei colori sapientemente intrecciati fra loro. Proprio come avviene per i quadri raccolti in una galleria, ciascuna creazione ha un nome preciso, assegnato per narrarne l’ispirazione e il significato prima, durante e dopo l’assaggio. 

Sfoglia la gallery con le immagini dei piatti proposti.

Slide 1
Cesare Battisti | Ristorante Ratanà
Risotto milanese con polpette ossobuco
Slide 2
Viviana Varese | Ristorante VIVA
Pastina di semi di lino
Slide 3
Vincenzo Butticè | Ristorante Il Moro
L'uomo e il mare
Slide 4
Vittorio Borgia | Ristorante Bioesserì
Dripping di tartare
Slide 5
Aya Yamamoto | Gastronomia Yamamoto
Hambagu
Slide 6
Roberto Di Pinto | Ristorante Sine by Di Pinto
Parmigiana Espressionista
Slide 7
Carlo Cracco | Ristorante Cracco
Timballo
Slide 8
Antonio e Vincenzo Lebano | Ristorante Terrazza Gallia
Spaghettoni Masciarelli "Miseria e Nobiltà"
Slide 9
Davide Oldani | Ristorante D’O
Mischiare le carte
Slide 9
Andrea Berton | Ristorante Berton
Riccio, prezzemolo, pistacchio e rafano
next arrow
previous arrow

“Il cibo è una forma d’arte e siamo felici di essere al miart”- ha commentato lo Chef Carlo Cracco, intervenuto a rappresentare gli Ambasciatori del Gusto durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa – “Arte significa sapersi emozionare e Milano ha bisogno di lasciarsi contaminare dalla forza della creatività, quella che noi ogni giorno viviamo creando nella nostre cucine. Grazie a questa iniziativa ospiteremo i visitatori con una totale immersione nell’arte”.

Per accompagnare e intrattenere cittadini, turisti e operatori del settore creando un circuito virtuoso fra appassionati di arte e di alta cucina, durante la manifestazione è previsto anche un itinerario digitale sui canali social di miart alla scoperta dei quadri, degli Chef e delle loro creazioni. Le parole d’ordine sono “osmosi creativa” e massimo coinvolgimento di tutti nell’atmosfera nell’elettrizzante che pervade Milano nei giorni dell’Art Week e della Design Week, anche al di fuori dei padiglioni fieristici.

In questo scambio fra città e fiera e tra le discipline che più efficacemente definiscono l’identità della Milano di oggi, ritroviamo la ricerca di un linguaggio comune che sempre più raccorda sotto lo stesso denominatore gli asset e i valori del brand Made in Italy. Storia, città, bellezze naturali, arte, specialità gastronomiche costituiscono un’attrattiva “integrata” per il turismo; questo sodalizio tra Fondazione Fiera Milano e Ambasciatori del Gusto dimostra come sempre più pubblico e privato, lavorando insieme, possano creare strumenti nuovi e stimolanti di promozione culturale, attingendo alla cassetta degli attrezzi della fantasia, di cui siamo indiscussi maestri in tutto il mondo.

Scarica qui il pdf con le opere esposte nei ristoranti degli Chef Ambasciatori del Gusto.

Foto del miart ’22 – Credits: www.miart.it

Link e risorse utili:

www.ambasciatoridelgusto.it
Instagram @adgitaly

www.miart.it
Instagram @miartmilano

Aprile è il mese del Design e Milano la sua capitale

Art Week

Dall’11 al 16 aprile 2023

Design Week 2023

Dal 17 al 23 aprile insieme al Salone del Mobile a Rho Fiera dal 18 al 23 aprile

Giant Steps: a Milano la personale di Alessandro Curadi dedicata al Jazz

Giant Steps: a Milano la personale di Alessandro Curadi dedicata al Jazz

Comunicato stampa

 

MILANO – La galleria Maiocchi15 inaugura giovedì 27 ottobre, dalle ore 19 in via Maiocchi 15 a Milano, la mostra “Giant Steps”, esposizione personale delle opere di Alessandro Curadi. La serata sarà accompagnata da un’esibizione musicale jazz.

In mostra saranno esposte una quindicina di opere uniche dell’artista contemporaneo, dedicate al mondo del jazz e realizzate ad olio e acrilico su tela.

Alessandro Curadi presenta durante l’esposizione il suo lavoro in studio: sono ritratti a figura intera di famosi personaggi del Jazz che si stagliano su uno sfondo di colore uniforme, per mettere in risalto la figura o il singolo strumento.

Emoziona questa carrellata di musicisti che, presi singolarmente, vivono di vita propria, talvolta con le pulsazioni di una tromba, talvolta attraverso un sax o una chitarra. Diventano, anche per i non musicofili, immagini iconiche del sassofonista o del trombettista in sé, al di là che si tratti di John Coltrane o di Miles Davis e così questi protagonisti, questi strumenti, queste icone diventano quadri musicali che animano lo spazio “estetico” circostante.

Miles Davis, olio e colori acrilici su tela, 100×150 cm

Scrivania Cavandoli

Art Blakey, olio e colori acrilici su tela, 100×150 cm

Musica e pittura parlano lo stesso linguaggio, viaggiano nella stessa direzione, tanto che pare di poter ascoltare le tele stesse. Su questo binario di scambio simbiotico non c’è quasi differenza: le vibrazioni di un sassofono e quelle di un blu profondo, il tocco caldo di una chitarra e un giallo assolato, ma anche accostamenti emotivi più forti e inusuali, che rendono vibrante e vivo l’accordo di note e colore.

Alessandro Curadi ha unito la sua passione per la musica a quella per l’arte in unico percorso creativo: fin dal 2010 ritrae i musicisti durante i concerti. Dipinge in diretta, spesso in condizioni del tutto precarie di luce e spazio, in pose quasi acrobatiche per tenere in equilibrio fogli, colori, acqua e pennelli. I suoi acquarelli sono il risultato magico di un’unica performance, un doppio live.

Un vero e proprio reportage pittorico, unico nel suo genere, che ha portato Curadi a ritrarre i più noti musicisti del panorama jazz e rock internazionale, collaborando con importanti riviste e piattaforme di settore.

Il vernissage di apertura sarà accompagnato da un’esibizione musicale jazz: il visitatore potrà godersi, quindi, un’esperienza artistica completa: note musicali e pennellate di colore dialogheranno davanti ai nostri occhi, le tele prenderanno vita, la musica avvolgerà e colorerà il momento di un tono jazz irresistibile.

Il duo sax, Francesco Mazzali e Luca Magnani, propone un repertorio che spazia dagli standard a sonorità sudamericane a contaminazioni barocche, tutto in chiave improvvisativa

Alessandro Curadi

Se si domandasse ad Alessandro Curadi se sia stato attratto prima dalla musica o dalla pittura, lui stesso si stupirebbe nel constatare la simultaneità di queste due passioni o necessità, al punto che hanno assunto, nel suo percorso, un’unica strada per cui egli insegue e cattura volti a suon di musica o racconta la musica a suon di volti e ciò avviene anche nei ritratti che non riguardano musicisti, dove si percepisce un andamento musicale, una metrica o ritmica del colore e del gesto. Musica e pittura parlano lo stesso linguaggio, viaggiano nella stessa direzione, tanto che pare di poterli ascoltare questi quadri musicali.

Su questo binario di scambio simbiotico non c’è quasi differenza: le vibrazioni di un sassofono e quelle di un blu profondo, il tocco caldo di una chitarra e un giallo assolato, ma anche accostamenti emotivi più forti ed inusuali, che rendono vibrante e vivo questo accordo di note e colore.

Curadi racconta e dipinge con un minimalismo sapiente, in un gioco a levare, quasi a suggerire le linee, all’inseguimento ostinato di ciò che sfugge, che non si fa prendere, che si può solo afferrare con l’emozione.

Percorrere le vie di un volto e le sue strade interne, gli angoli nascosti, è come viaggiare dentro l’uomo, nelle pieghe del vissuto, nelle trame dell’anima.

Oltre al lavoro in studio Curadi ritrae i musicisti proprio mentre suonano: musica e pittura in un’unica performance, in un doppio live, con tutta la magia del creare senza rete, in diretta durante il concerto.

Impalpabili sensazioni sonore si traducono in macchie visive e corporee, l’astratta fisicità del suono si materializza, combinandosi con acqua, luce e colore in istantanee sempre nuove, sintesi di suono e visione. E attimo, irripetibile.

I ritratti dal vivo colpiscono per la loro felice ‘impressione’: pochi tocchi, pochi tratti e prende vita l’anima di un volto, la sua essenza. Il dettato intimo, interno, il musicista visto e sentito dal pittore È singolare il tentativo, l’ambizione e anche la follia di dare suono a un dipinto o di dare volto a un suono.

Di che colore è la musica? Che suono ha la pittura?

Non ci interessa la risposta, ci piace lasciare in sospeso la domanda e accoglierne la provocazione.

Buona visione e buon ascolto.

Giant Steps – Alessandro Curadi

Dove

Maiocchi15, Via Maiocchi 15, 20129 – Milano.
Tel: 02.23184910. Email: maiocchi15@gmail.com

Quando

Inaugurazione: Giovedì 27 ottobre 2022, dalle ore 19.00.
Apertura al pubblico: dal 27 ottobre al 10 novembre 2022 (dal lunedì al sabato: 9.30 – 13 e 14.30 – 19.30)

Ingresso Libero

Per info:

Maiocchi15
Tel. 02.23184910
Email: maiocchi15@gmail.com
Le Linee di Piero Manzoni e la Linea di Osvaldo Cavandoli in mostra alla Galleria Clivio di Milano dal 26 maggio al 30 giugno

Le Linee di Piero Manzoni e la Linea di Osvaldo Cavandoli in mostra alla Galleria Clivio di Milano dal 26 maggio al 30 giugno

Comunicato stampa

 

MILANO – Una mostra dedicata alle Linee di Piero Manzoni e alla Linea di Osvaldo Cavandoli, aperta al pubblico da giovedì 26 maggio a giovedì 30 giugno negli spazi della Galleria Clivio, a Milano (il 25 maggio alle ore 18 è in programma l’inaugurazione a inviti).

La caratteristica di questa mostra, curata da Anna Dusi e Flaminio Gualdoni, è instaurare un dialogo a distanza tra Piero Manzoni e Osvaldo Cavandoli, autori entrambi, in modi diversi, di un lavoro specifico sul tema della linea. Piero Manzoni (1933-1963), pioniere dell’arte concettuale, ha concepito nel 1959 le Linee, opere in cui una linea tracciata in orizzontale su rotoli di carta di lunghezza variabile è arrotolata e poi chiusa in cilindri sigillati: ciò che importa è la pensabilità della linea assai più della sua ragione fisica. Osvaldo Cavandoli (1920-2007) ha creato il celebre personaggio della Linea nel 1969, come proposta per il Carosello della RAI: era un cartone animato realizzato con un unico tratto di matita continuo, una situazione in cui la linea tracciava il personaggio, il luogo e il tempo della sua azione. L’anticonvenzionalità del progetto incontrò dapprima molte resistenze, fino a quando un imprenditore illuminato, Emilio Lagostina, ne fece il brand della sua azienda, garantendole un successo durato per tutti gli anni ’70 e ’80: la creatura ingenua e irascibile di Cavandoli è diventata, di fatto, una figura dell’immaginario collettivo.

La mostra allestita presso la Galleria Clivio fa incontrare due concezioni diversissime, ma entrambe radicali e vitali, nate da un elemento grafico essenziale che si carica di implicazioni poetiche e ironiche. Per Manzoni, si tratta di ridurre l’atto elementare del segnare al suo fondamento primo, in grado comunque di pronunciare la realtà. Per Cavandoli, si tratta, invece, di trasformare l’elemento narrativo dell’animazione nel piano stesso di realtà della visione, dando un nuovo valore all’artificio disegnativo.

Piero Manzoni

Scrivania Cavandoli

Osvaldo Cavandoli dipinge la Linea sull’asfalto

Spiega Anna Dusi, curatrice della mostra insieme a Flaminio Gualdoni: «Un suono onomatopeico riverbera nella mia mente quando penso a Piero Manzoni e Osvaldo Cavandoli, due personaggi che hanno dato un nuovo senso al linguaggio dell’immagine. Vogliamo invitare gli spettatori ad un incontro fatto di interrogativi, di frasi sospese e di linee astratte, dando un senso immaginativo e poetico all’opera di Manzoni e Cavandoli». Aggiunge Gualdoni: «Il senso di questo allestimento non è cercare affinità tra i due autori, ma testimoniare come l’elemento più essenziale dell’arte, la semplice linea, abbia dato vita a esperienze diverse, ma caratterizzate da una straordinaria carica innovativa».

In concomitanza con la mostra saranno organizzati alcuni eventi collaterali, a cominciare dai laboratori creativi dedicati ai più piccoli, per sperimentare idee, emozioni e movimento delle linee. Il tutto avverrà presso lo Studiocine Cavandoli di via Prina 10, a Milano, lo spazio in cui Osvaldo Cavandoli ha creato i suoi indimenticabili personaggi (nei mesi scorsi è stata lanciata una raccolta fondi da parte dell’associazione di promozione sociale Le Compagnie Malviste con l’obiettivo di riqualificarlo e trasformarlo in uno spazio policulturale aperto a tutti). Ideati da Daniela Migotto e Francesca Valan, i workshop sono gratuiti e indicati per bambini dai 6 ai 10 anni di età.

Infine, dal 6 all’8 giugno, presso la Casa delle Associazioni e del Volontariato di Milano, è in programma un laboratorio teatrale intitolato “Il divenire della Linea“ e rivolto ad attrici e ad attori dai 20 ai 40 anni di età. A dirigerlo, il regista, attore e performer Raffaello Fusaro. I partecipanti verranno coinvolti in una ricerca fisica, espressiva, mimica, vocale ed emotiva intorno al personaggio immaginario di Cavandoli. 

La Moviola dello Studio Cavandoli

Le Linee – Piero Manzoni
La Linea – Osvaldo Cavandoli

Dove

Galleria Clivio, Foro Buonaparte 48, Milano.
Tel: 023657360-3385479433. Email: galleria@clivioarte.it

Quando

Inaugurazione: mercoledì 25 maggio, ore 18.00.
Apertura al pubblico: dal 26 maggio al 30 giugno (da martedì a sabato, ore 14.00-18.00)

Ingresso Libero

Laboratori per bambini presso lo Studiocine Cavandoli

Dove

Via Prina 10, Milano

Quando

Venerdì 27 e lunedì 30 maggio, venerdì 10 e venerdì 17 giugno, ore 16.30-18.00

Informazioni e prenotazioni

Tel. 3518009578 – Email: comunicazione@lecompagniemalviste.org

Workshop teatrale “Il divenire della Linea”

Dove

Casa delle Associazioni e del Volontariato, via Marsala 8, Milano

Quando

Da lunedì 6 a mercoledì 8 giugno, ore 9.30-17.00

 

Partecipazione gratuita; è previsto un contributo spese, inclusivo di tessera associativa ed assicurazione, pari a 50 euro. 
Inviare la propria candidatura con CV e lettera motivazionale entro il 30 maggio a: lalineaworkshop@studiocinecavandoli.com

Per info:

Ufficio stampa Le Compagnie Malviste
Andrea Conta – cell: 347 1655323
Beatrice Canclini – cell: 334 5043896
Email: andrea.conta1968@libero.it; comunicazione@lecompagniemalviste.org
www.lecompagniemalviste.org
www.facebook.com/lecompagniemalviste
www.instagram.com/lecompagniemalviste
Iberismos, mostra collettiva di artisti spagnoli a Roma

Iberismos, mostra collettiva di artisti spagnoli a Roma

Dal 12 al 18 febbraio 2022 la galleria ART GAP ospita nel nuovo spazio espositivo, nel cuore di Roma a due passi da Piazza Largo Argentina, la mostra “IBERISMOS” di Sacramento Almansa, Julia Gallego, Miguel García Martín, Javier Santana, a cura di Federica Fabrizi e Claudio Fiorentini, direttore della galleria spagnola Captaloona Art.

Comunicato stampa

Sacramento Almansa,
tecnica mista su tela 50×40 cm

Julia Gallego, diplomata in Belle Arti all’università di Salamanca nel 1997, completa la sua formazione artistica con numerosi corsi e borse di studio in Spagna, Grecia, Messico e Uruguay. Le sue opere, a metà tra figurative e astratte, ricreano spazi naturali in cui l’unico protagonista è il paesaggio. Luoghi dell’immaginazione in cui, con un linguaggio aperto che invita all’interpretazione, si riflettono le emozioni ancestrali che trasmette la natura.

Miguel García Martín,
40×55 cm

Miguel García Martín focalizza la sua ricerca artistica da ciò che è immenso a ciò che immensamente piccolo isolando i minimi dettagli dal loro contesto per poi scoprire che tutto quello che esiste è specchio di quello che esiste e che l’universo non è poi tanto grande perché può riassumersi in una goccia di colore sul marciapiede.

Per Javier Santana il colore si stacca dal pennello per trasformarsi in una carezza furiosa, paradosso del momento creativo e riflesso dello stato contemplativo dell’artista, e dialoga con il silenzio dello spazio.

Per Sacramento Almansa l’opera artistica parte dal principio: Non bisogna copiare dalla natura, l’arte è un’astrazione che emerge dalla nostra propria natura, sognando davanti ad essa e pensando più al processo creativo che al risultato. Lo stile di Almansa si traccia nella libertà espressiva e nella ricerca di percorsi per il risveglio delle emozioni nascoste nel fruitore. Con colori primari, con bianco e nero, con tracce e gesti molto personali che denotano ricerca, inquietudine, conflitto… e quanto sia necessario comunicare tramite connotazioni di luce e colore, freddo e caldo, densità e leggerezza, ordine e caos.

Julia Gallego,
tecnica mista su legno, 80×40 cm

Javier Santana,
acrilico su tela, 100×82 cm

Art Gap (Roma, Via di Santa Maria in Monticelli 66)

Inaugurazione: Sabato 12 febbraio 2022, ore 18.00

Dal 12 al 18/02/2022

Orari: lun. / ven. 16.00 – 19.30

Altre info:

Telefono: 06.96115866
E-mail: gap@artgap.it
Sito ufficiale: www.artgap.it
Facebook: ART GAP
Instagram: art_gap_gallery

Ufficio Stampa: Vania Lai (vanialai1975@gmail.com, 3388940447)

Al via una raccolta fondi per far rivivere a Milano lo studio di Osvaldo Cavandoli, il cartoonist che inventò La Linea

Al via una raccolta fondi per far rivivere a Milano lo studio di Osvaldo Cavandoli, il cartoonist che inventò La Linea

La Linea e Osvaldo Cavandoli

Comunicato stampa

 

Disegnatore, illustratore, cartoonist, grafico e regista, Osvaldo Cavandoli diventò famoso inventando La Linea, il personaggio di alcune indimenticabili pubblicità degli anni Sessanta e Settanta. Per tutto il 2022 sarà attiva una campagna  di crowdfunding che ha l’obiettivo di riqualificare il suo studio milanese e trasformarlo in uno spazio aperto a tutti, dove verranno organizzati laboratori creativi per grandi e piccoli, incontri, visite guidate, proiezioni speciali, spettacoli teatrali, mostre e concerti. Mantenendo viva, così, la memoria di un artista stimato e premiato in tutto il mondo.

MILANO – Far rivivere e valorizzare lo Studiocine Cavandoli di Milano, lo spazio nel quale Osvaldo Cavandoli, il disegnatore, illustratore, cartoonist, regista e grafico pubblicitario che inventò La Linea, il famoso personaggio utilizzato in alcune indimenticabili réclame degli anni Sessanta e Settanta e poi in una fortunata serie animata, ha lavorato a lungo. Come? Aprendolo al pubblico in modo continuativo all’inizio del 2023 e organizzando attività di vario tipo, dai laboratori creativi per bambini e adulti alle visite animate, dalle serate-cinema con proiezione di film, cortometraggi, cartoni animati e pubblicità d’epoca all’allestimento di spettacoli teatrali, mostre, concerti ma non solo.

Promotori dell’iniziativa sono il figlio Sergio, proprietario dello studio, la curatrice Anna Dusi, Andrijana Ružić, storica dell’arte d’animazione, Eric Rittatore, blogger esperto in animazione, Piero Tonin e Giovanni Beduschi, fumettisti e allievi di Cavandoli, e Le Compagnie Malviste, associazione di promozione culturale e sociale impegnata in progetti di rigenerazione urbana ma anche realtà specializzata nel teatro sociale e di comunità, con un’attenzione particolare alle persone fragili.

Per rendere accessibile e fruibile da tutti, a Milano, uno dei luoghi della cultura che, altrimenti, rischierebbe di essere dimenticato, nelle scorse settimane è stata lanciata una campagna di crowdfunding (www.retedeldono.it/it/progetti/lcm/cavandolis-studio-visit). La raccolta fondi, che si concluderà il prossimo dicembre, ha l’obiettivo di raccogliere 16.500 euro. 

La donazione è libera e con un contributo di almeno 20 euro si riceveranno in regalo simpatici ed esclusivi gadget come gli adesivi, le spillette, i block notes e gli shopper “griffati” La Linea di Osvaldo Cavandoli, conosciuto semplicemente come “Il Cava” e considerato da molti studiosi come uno dei più importanti cartoonist italiani della sua epoca. Ma soprattutto si contribuirà alla realizzazione di un importante progetto culturale, mantenendo viva la memoria di un artista (scomparso nel 2007) che si definiva un “artigiano dell’umorismo” e che era molto apprezzato anche all’estero.

Ingresso e corridoio

Banco ripresa

Scrivania Cavandoli

Scrivania

Moviola

Nello spazio di via Prina 10, a Milano, a due passi dalla sede Rai di corso Sempione, Osvaldo Cavandoli, oltre al personaggio La Linea, ha creato Pupilandia, rivoluzionario studio d’animazione specializzato nella realizzazione di pubblicità con i pupazzi animati, i film con i fratelli Pagot, meravigliose grafiche pubblicitarie, fumetti, opere in legno e molto altro. Il suo studio è uno scrigno di cultura, dove sono conservati i lavori di una vita: tavole, vignette, manifesti cinematografici, bozze pubblicitarie, dépliant, pellicole inedite, pupazzi, attrezzature tecniche, animazioni, ricordi, riconoscimenti e premi. Un archivio che attende di essere valorizzato e condiviso con un pubblico di curiosi e appassionati. Un luogo dove ognuno potrà ritrovare parte della propria storia personale e molti ricordi d’infanzia, ma che necessita di cure e interventi di riqualificazione, come spiega Sergio Cavandoli: «Lo studio ha bisogno di manutenzione continua. Inoltre ci sono anche alcuni strumenti di lavoro di mio padre, come il moviolone, che necessitano di cure specialistiche. Per non parlare dei pupazzi, dei manifesti, dei bozzetti, delle tavole, degli oggetti di scena di Pupilandia e delle decine e decine di pellicole che andrebbero riversate su supporti più moderni».

Incontri, laboratori e visite guidate allo Studiocine Cavandoli sono in agenda anche nelle prossime settimane allo scopo di incentivare le donazioni (il programma degli appuntamenti, in continuo aggiornamento, è consultabile sul sito www.lecompagniemalviste.org). Alvise Campostrini, presidente dell’associazione Le Compagnie Malviste, sottolinea: «Rendere fruibile lo studio di Osvaldo Cavandoli significa restituire un tassello mancante al quartiere, alla città e ai suoi abitanti, valorizzando al tempo stesso l’opera di un artista che, ancora oggi, ha una grande influenza. La fruibilità dello studio di Osvaldo Cavandoli potrebbe far riscoprire l’antica vocazione artigianale di una zona che, negli ultimi decenni, ha subito una forte gentrificazione e che ha visto moltiplicarsi le attività commerciali dedicate al food & drink. La valorizzazione di questo luogo della cultura aumenterebbe l’attrattività del quartiere. Fino alla fine del 2022 continueremo a raccogliere fondi, ma se ricevessimo un numero significativo di donazioni entro la fine di gennaio potremmo vincere un premio ulteriore in denaro da parte della Rete del Dono, la piattaforma digitale di personal fundraising alla quale ci appoggiamo, grazie al Premio Crowdfunding per la Cultura». 

Già, il quartiere. I responsabili del progetto mirano a coinvolgere gli abitanti del Municipio 8, ma pure gli studenti di ogni ordine e grado (scuole dell’obbligo, istituti artistici, professionali e così via), i turisti, i centri di aggregazione giovanile, le attività commerciali del territorio e, organizzando laboratori artistico-teatrali specifici, anche le persone più fragili, come gli utenti dei Centri psicosociali e socioricreativi per anziani di Milano, le persone affette da patologie quali, per esempio, l’Alzheimer, i loro caregiver e i loro familiari.

Interno Studiocine Cavandoli di Milano

Per contribuire al progetto

Campagna di crowdfunding su Rete del Dono

Per info

Dall’incontro fra arte contemporanea e vino d’autore nasce il progetto Artifera – cassette d’artista

Dall’incontro fra arte contemporanea e vino d’autore nasce il progetto Artifera – cassette d’artista

Inaugura a Pozzallo (Rg) il 28 Novembre ARTIFERA il nuovo progetto dalla siciliana galleria d’arte contemporanea SACCA che prevede il coinvolgimento di tre cantine co-finanziatrici nella realizzazione di una collezione limited edition di cassette d’artista e una mostra nella sede della galleria con opere dei cinque artisti invitati.

Il titolo trae ispirazione dall’aggettivo vinifero altresì presente, nella sua declinazione al femminile, nel nome scientifico della vite (vitis vinifera).
ARTIFERA pertanto vuole denotare un processo che produce arte, alludendo al tempo stesso al mondo del vino. Un progetto ideato e curato da Giovanni Scucces (storico dell’arte e giornalista) e reso possibile grazie alla collaborazione e al lavoro sinergico fra la sua galleria SACCA (Pozzallo), gli artisti Giuseppe Costa (1980, Palermo/Milano), Marilina Marchica (1984, Agrigento), Gabriele Salvo Buzzanca (1986, Barcellona Pozzo di Gotto/Venezia), Federico Severino (1990, Milano/Catania/Torino), Giuseppe Vassallo (1990, Palermo) e le aziende vitivinicole Di Giovanna (Contessa Entellina e Sambuca di Sicilia), Frasca (Modica) e Quignones (Licata).

Con ARTIFERA, quindi, l’arte incontra il vino in una collezione di cassette d’artista a tiratura limitata (25 o 35 esemplari per tipo + 5 p.d.a.) costituite da multipli d’arte ripresi con interventi manuali dagli artisti e da essi numerati e firmati. Un cofanetto in legno contenente due pregiate bottiglie di ciascuna cantina, prezioso e al tempo stesso accessibile a tutti, pensato per gli amanti dell’arte più raffinata e del buon vino. Ciascuna opera è realizzata su un coperchio estraibile in legno cosicché sarà possibile esporla unitamente al cofanetto o separatamente (con o senza cornice). Un’edizione che sicuramente non sfuggirà ai collezionisti di arte e a quelli del vino.

Federico Severino, Atmosfere,
pastello ad olio su tela, cm 20,4×31,1, 2021

Numerose sono le testimonianze che ci giungono sul “nettare degli dei”, risalenti già ad alcuni millenni prima di Cristo. Svariate attestazioni ci arrivano da egizi, greci, romani e diverse citazioni sono presenti nella letteratura classica e nelle Sacre Scritture. E come non ricordare le tante raffigurazioni fornite da alcuni fra i maggiori artisti di ogni tempo relative al vino e al suo dio, Bacco (o Dìoniso per i greci). Inoltre la vite (e di conseguenza il vino) è una pianta presente in tutti i continenti (fatto escluso l’Antartide per ovvie ragioni climatiche), quindi ci piace pensare che sia qualcosa di “universale” come lo è, senza dubbio, l’arte.

Ciascun artista ha agito secondo il proprio gusto e stile, in totale libertà, lungi dall’idea di proporre opere “didascaliche”. Coinvolgere il mondo del vino e delle aziende vitivinicole è stato un modo per dare atto della tendenza che negli ultimi anni vede coniugare il settore dell’arte a quello dell’enologia (e più in generale un modo per rendere manifesto il beneficio che si può trarre dall’unione fra aziende e arte), oltre che per dar seguito all’idea stessa di SACCA, cioè unire più realtà eterogenee per creare contaminazione e relazioni inaspettate.

E proprio questo è accaduto con ARTIFERA: 5 artisti e 3 cantine, sotto la guida della galleria, hanno messo in piedi un progetto nuovo che confluirà in una mostra-evento in cui verranno esposti alcuni lavori degli artisti coinvolti, unitamente alle opere uniche e ai multipli che ne sono venuti fuori. Nella serata inaugurale, inoltre, verranno presentati anche i vini di ciascuna cantina scelti per il progetto.

Coniugare arte contemporanea e vino può rappresentare un ulteriore modo per promuovere la cultura artistica e il territorio in maniera nuova, diversa, valorizzando anche l’arte del nostro tempo, portandola nel quotidiano e in ambienti più familiari, in modo da evitare un’eccessiva autoreferenzialità e raggiungere anche coloro che non solo soliti frequentare i luoghi ad essa deputati. In questa maniera si attua un vero e proprio processo di sensibilizzazione del pubblico. Un pubblico trasversale ed eterogeneo attento alla qualità, sia essa riscontrabile in un’opera d’arte o in un vino.

Giuseppe Costa, Rocaille,
pastelli e grafite su carta, cm 38×30, 2018

Gabriele Salvo Buzzanca, Vaporwine,
olio su tela, cm 37,6 x 23,8, 2021

Marilina Marchica, PaperLandscape,
tecnica mista e collage su tela, cm 61×46, 2021

Giuseppe Vassallo, Un fallace asintoto,
olio su tavola, cm 30×20, 2021

Scheda

Appuntamento fissato per domenica 28 novembre alle ore 17 presso la galleria SACCA a Pozzallo per il vernissage della mostra e la presentazione delle cassette d’artista e dei vini abbinati. Saranno presenti le cantine e gli artisti coinvolti.

La mostra potrà essere visitata fino all’8 gennaio 2022 dal martedì al sabato dalle 16.30 alle 19.30 e i martedì e giovedì anche di mattina dalle 10 alle 13.

Le cassette d’artista saranno acquistabili anche collegandosi al sito della galleria http://www.sacca.online

“Le Alpi” di Paolo Borghi raccontano la natura del Festival cremasco I Mondi di Carta

“Le Alpi” di Paolo Borghi raccontano la natura del Festival cremasco I Mondi di Carta

Tenuta segreta fino al momento dell’inaugurazione della storica kermesse dedicata al tema “La natura ci salverà?”, la scultura resterà esposta fino al 17 Ottobre in Piazza Duomo.

“Le Alpi” di Paolo Borghi (Foto: Rachele Donati De Conti)

È stata un’inaugurazione a regola d’arte per I Mondi di Carta Festival, la kermesse multiculturale cremasca che sabato due ottobre scorso ha salutato la sua nona edizione, in programma fino a domenica dieci. Lo ha fatto reiterando un rituale originale, un’idea preziosa che illumina tutta la manifestazione con i bagliori della bellezza, ossia regalare alla città di Crema, anche se solo per pochi giorni, una scultura realizzata da un artista importante, un’opera che possa essere al tempo stesso sintesi e simbolo  del tema, del “fil rouge” che guida il concatenarsi dei singoli eventi e che quest’anno è affidato al quesito: “La natura ci salverà?”.

“Un tema sfidante, così come lo sono stati gli ultimi due anni a livello globale e per la comunità di Crema, tanto duramente messa alla prova da una pandemia con strascichi ancora seri e che sta dimostrando quanto  la Terra sia un tutto interconnesso in cui i comportamenti dei singoli sono importanti al pari delle scelte strategiche delle Nazioni e dei loro governanti”, sottolinea il Presidente dei Mondi di Carta Enrico Tupone, ideatore della manifestazione figura di riferimento per tutto il gruppo dei soci.

Ed è stato proprio lui, supportato dalla figlia Isabella Tupone direttrice della galleria milanese Area\B e in collaborazione con Studio Copernico, a selezionare la magnifica veduta bronzea “Le Alpi” dell’artista Comasco Paolo Borghi e a tenere tutti all’oscuro di questa scelta fino al momento stesso dell’inaugurazione, quando il drappo rosso che la copre viene sollevato e rivela quindi il segreto così ben custodito. La “possente leggerezza” dell’opera di Borghi lascia tutti stupiti: è quasi come affacciarsi, in piena Piazza Duomo, da una terrazza a centinaia di metri di altezza. 

Paolo Borghi impara dal padre, abile orafo e cesellatore, l’arte della lavorazione dei metalli.  A partire dal 1958, si dedica completamente alla scultura, scegliendola come mezzo espressivo principale. Intorno al 1980, scopre la sua vera anima artistica, che affonda le sue radici nel classicismo delle forme, nell’indagine del mito e del sacro. Nel corso degli anni il suo lavoro diventa protagonista di importanti mostre e grandi committenze, alcune sue opere si trovano in permanenza al Mola Center di Los Angeles, in Texas, in Corea, sue sono anche le magnifiche porte in rame sbalzato della Basilica dei Santi Pietro e Paolo, a Milano, sua è la nuova monetazione del Vaticano e le innumerevoli opere di ispirazione sacra che adornano chiese e piazze italiane. “Le Alpi” è una fusione in bronzo realizzata nel 2003, che di recente è stata esposta presso l’incredibile contesto della Reggia di Venaria, a Torino, e arriva oggi a Crema, nell’altrettanto meravigliosa Piazza Del Duomo.  “Le Alpi”, nel racconto dell’artista, usa il tramite di queste figure di ispirazione etrusca, per riprodurre il paesaggio alpino che l’artista vede dalla finestra del suo studio, che si trasforma qui in due soggetti uniti fra loro, quasi a formare un una figura unica, e fortemente radicati a terra, proprio come la maestosa catena montuosa che li ha ispirati. La forza suprema della natura è sintetizzata in una scultura dettagliata, a tratti delicata nei suoi particolari, ma assolutamente concreta e destinata a perdurare nel tempo, anche davanti alle intemperie del mondo. Con “Le Alpi” Borghi ragiona sul paesaggio che diviene corpo e sul corpo che diventa paesaggio. Costruisce mondi, assembla diversi momenti di un’esistenza e recupera i riferimenti di un’antichità che non smette di interessare e ispirare gli intelletti. L’attenzione per le vicende umane si consuma insieme a quella per la natura che diviene elemento parlante. I corpi distesi in riposo di due amanti fanno da preambolo allo svolgere dei rilievi montani: come gli dei che, stanchi, hanno da poco originato un intero universo.

Fonte: Pagina Facebook “I Mondi di Carta”

“Le Alpi” di Paolo Borghi (Foto: Luca Severgnini)

L’opera resterà esposta in Piazza Duomo a Crema per due settimane, fino al 17 Ottobre e sarà l’occasione per tutti per ammirare da vicino l’opera di un artista tanto importante quanto appassionato. Vegliato dalle due figure bronzee, I Mondi di Carta Festival darà corso ai tantissimi appuntamenti in programma negli storici e suggestivi spazi del Sant’Agostino-Museo Civico.  Otto giorni di iniziative, circa venti differenti appuntamenti,  una sfida alle precedenti edizioni, ciascuna unica, particolare, amata e ricordata per ragioni differenti. Letteratura, arte, musica, cucina, benessere e tanto altro: i Mondi continuano ad esplorare e a sorprendere, a inventare e a rischiare. Attesi nomi importanti della letteratura, della musica, della gastronomia della scienza e della comicità, fra cui la scrittrice Antonella Boralevi, il giornalista Mario Calabresi, l’immunologo Alberto Mantovani, il cuoco e conduttore televisivo Andrea Mainardi, il comico Germano Lanzoni. Enrico Bertolino,  formidabile formatore e umorista chiuderà l’edizione 2021 con la sua tagliente, irresistibile ironia. I Mondi di Carta 2021 propongono dunque un palinsesto variegato e ricco di sorprese, a conferma della centralità di Crema e dei suoi operatori culturali come motore di iniziative prestigiose, una vera e propria vetrina di alto livello per il territorio, la sua bellezza, i suoi talenti. 

I Mondi Social

website: www.imondidicarta.it

facebook: @imondidicartaFestival
instagram: imondidicarta_Festival

Foto in evidenza di Luca Severgnini