Tonino Guerra, lo sceneggiatore poeta dal tocco di farfalla

Tonino Guerra, lo sceneggiatore poeta dal tocco di farfalla

Tonino Guerra è il poeta che ha trasformato le colline romagnole in un palcoscenico per i sogni. Dalla sua terra natia, con la sua penna delicata e la sua visione poetica, ha incantato il mondo con le sue storie, lasciando un’eredità indelebile nel cinema italiano. Scopriamo insieme ad Anna Maria Geraci, che si dedica da alcuni anni a mantenerne viva la memoria, il suo straordinario percorso, tra poesia, cinema e impegno civile. Nell’articolo troviamo contributi dell’artista Marialisa Leone, che del Maestro è stata grande amica e un accorato appello della moglie Lora Guerra.

Di Anna Maria Geraci

«C’era un angelo coi baffi / che non era capace di far niente/ e invece di volare attorno al Signore/ veniva giù nel Marecchia/ dentro la casa di un cacciatore/ che teneva gli uccelli impagliati/ in piedi sul pavimento di un camerone./ E l’angelo gli buttava il granoturco/per vedere se lo mangiavano./ E dai, e dai/ con tutti i Santi che ridevano dei suoi sbagli/una mattina gli uccelli impagliati/ hanno aperto le ali/ e hanno preso il volo/ fuori dalle finestre dentro l’aria del cielo/ e cantavano come non mai».

[L’angelo coi baffi, Un ànzal si bafi, in Guerra T., L’albero dell’acqua (dedicato soprattutto a Ezra Pound), Scheiwiller, Milano, 1992].

Tonino Guerra (1920 – 2012 Santarcangelo di Romagna) è stato uno scrittore, poeta e uno sceneggiatore italiano con più di centoventi film alle spalle. È un attivista, artista, ma soprattutto poeta, un autore con una penna delicata, amante della natura, delle tradizioni contadine e difensore della bellezza del creato. Nato a Santarcangelo di Romagna, vicino Rimini, Guerra ha collaborato con tutti i più grandi nomi dello spettacolo e del cinema nazionale e internazionale, fra cui Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Andrei Tarkovskij, Mario Monicelli, Theo Angelopoulos e Wim Wenders. Fra le sue opere più celebri: L’aquilone, scritto con Michelangelo Antonioni (Maggioli, 1982), I bu (Rizzoli, 1972), Il polverone (Bompiani, 1978), Il Miele (Maggioli, 1981), Piove sul diluvio (Capitani, 1997), oltre che la fortunata saga di Millemosche, sette volumi umoristici e antiretorici pubblicati tra il 1969 e il 1974, insieme a Luigi Malerba. 

 

«La crisi dell’individuo di Guerra, malinconico e speranzoso, parte dalle radici del neorealismo e attraversa ogni genere, dalla commedia al cinema d’autore, passando, con disinvoltura, dai film di denuncia politica e impegno civico ai cartoni animati e le pubblicità dei primi anni Duemila. La formula del suo successo è semplice e autentica: la poesia, le immagini come simboli, la lentezza dei movimenti, la tenerezza per la terra, per ogni essere vivente e l’importanza del sogno. «Un confessore laico, un interlocutore evidentemente indispensabile a stimolare l’immaginario dei grandi visionari del cinema europeo»: così il critico e collega Cosulich sintetizza l’operato di Guerra in campo cinematografico».


Foto di Vera Klokova

[Geraci A. M., Mangiare una farfalla: cinema e poesia di Tonino Guerra, Il Ponte Vecchio, Città di Castello, 2024, p. 90.] Durante gli anni della Seconda guerra mondiale, mentre Guerra era studente, viene catturato e deportato al campo di lavoro di Troisdorf, in Germania e, per tenere compagnia agli altri prigionieri, inventa poesie e racconti. Fra questi, la lirica La farfalla, onnipresente simbolo di libertà e bellezza della farfalla e l’utilizzo del dialetto come lingua delle radici e della memoria.

Guerra: «Questo è il poeta, vede le cose dove non ci sono».

[Leone M., E adesso ti regalo una storia. Conversazioni quasi sempre telefoniche con Tonino Guerra, Neos Edizioni, Rivoli (TO), 2016, p. 129] Quella poesia che ha dentro, Guerra la presterà, come sceneggiatore, anche al grande cinema nostrano e non solo, collezionando una quantità considerevole di premi e riconoscimenti da tutto il mondo, specialmente dalla Russia, fra questi si possono citare: un Premio Oscar al miglior film straniero per Amarcord (1975, scritto insieme a Fellini), quattro David di Donatello e cinque Nastri d’Argento alla miglior sceneggiatura. In Russia, sua patria di adozione, conosce la moglie Eleonora Kreindlina, oggi amorevole custode della loro casa museo La casa dei Mandorli a Pennabilli (Rimini). Pennabilli, nell’entroterra riminese, vicino San Marino, è un posto magico, una perla del Montefeltro e della Valle del Marecchia, dove Tonino, dopo i successi romani, decise di stabilire la sua dimora.

Leone M.: «A Pennabilli nel “mondo” di Tonino Guerra. Un senso caldo di casa, atmosfera nata attorno a un’unica idea. L’omaggio alla bellezza e alla magia dell’incontro. Con la materia, con la parola. Tele, luci, stoffe, carte, argilla, legno, ferro, acqua. Gli armadiacci, gli arazzi, le parole, le parole sulla tela, i libri, le brocche, le porte, le lanterne di Tolstoj. Nell’antica pietra del Convento della Misericordia [Sede dell’Associazione culturale Tonino Guerra, oggi Via dei Fossi, n° 4], sono accolte le opere di tanti artisti russi, donate al maestro nei suoi lunghi anni. Una piccola platea con venti sedie, cuscini di farfalla, fa pensare a un pubblico di studenti e di amici. [….] [A Pennabilli] incontro una semina di segni, parole sui muri per ricordare chi ci ha abitato, gesti di attenzione, meridiane sulle pareti delle case, il sogno del Giardino dei Frutti Dimenticati, dove sculture vivono con vecchi peri, meli, sorbi, e profumi di erbe, luccicori di mosaico, alberi magici che stillano acqua. Delicati segni, omaggi di un poeta profondamente legato ai luoghi e alla loro anima».

[Leone M., op. cit., p. 7] Oltre Pennabilli, fornita di un museo permanente in suo ricordo (Il mondo di Tonino Guerra), altre località della zona vantano una chiara impronta guerriana, ad esempio: Santarcangelo di Romagna, Cervia, Petrella Guidi, Riccione e Sant’Agata Feltria, Rimini, Ravenna. Attualmente, la memoria del maestro è conservata e preservata, oltre che dalla moglie, dall’Associazione Tonino Guerra e, ultimamente, anche dal gruppo Facebook Tonino Guerra Per Sempre, che ha promosso l’appello “Una poltrona per Tonino” per dedicare, al Cinema Modernissimo di Bologna, una poltrona in onore del poeta.

Recentemente, anche Lora, la vedova di Guerra, ha lanciato un appello, tramite social, alle istituzioni per salvaguardare la memoria del maestro e salvare i posti a lui dedicati.

Lora Guerra: << […] Sono riuscita ad ottenere due riconoscimenti per la casa museo di Tonino Guerra. È stata riconosciuta come casa delle persone illustri dell’Emilia-Romagna e come casa della memoria d’Italia. Molto prima abbiamo ricevuto dall’Accademia del cinema europeo la targa dove è scritto che questa casa e questo posto a Pennabilli sono molto importanti per la storia del cinema europeo. Ma più di questo non riesco a fare. Ho incontrato il Sig. Felicori, con il quale avevo un appuntamento online, al quale era presente anche Emma Petitti, chiedendo alla Regione Emilia-Romagna di prendersi cura di questo posto e, soprattutto, della casa museo di Tonino. Magari la Regione potrebbe acquistare questa casa aiutata da qualche Banca o da un Ente dell’Emilia-Romagna o da un imprenditore privato perché questa casa possa rimanere anche dopo la mia scomparsa un posto pubblico per tutti i visitatori che vorrebbero vedere la casa museo di Tonino Guerra. I soldi ricavati potrebbero servire, oltre che per il restauro della casa, anche per lo stipendio di un segretario o segretaria per poter svolgere i programmi culturali e anche comunicare con le altre case museo dell’Emilia-Romagna. Io sogno che sarà fatto un percorso turistico dal Castello Malatesta, dove risiede il museo di Federico Fellini, fino al “mare verde”, come diceva Tonino, del Montefeltro, arrivando alla casa del Poeta. Ho scritto chiedendo un aiuto a tutti gli amici di Tonino che potrebbero aiutare in questa impresa non facile, soprattutto oggi. Spero tanto che Vittorio Sgarbi, Carlin Petrini, Farinelli, Oscar Farinetti (che mi ha risposto suggerendomi di chiedere tutto ciò in Emilia Romagna con la quale lui non c’entra niente) o Wim Wenders (che mi ha risposto in maniera molto gentile) e tutti gli altri ai quali ho scritto e che non hanno risposto, possano dare alcuni consigli. […]

Tonino è nato nella piccola Santarcangelo, una cittadina che ha cercato di salvare due volte, quando dopo la guerra volevano distruggere le contrade da Tonino sono venuti tutti i nuovi dirigenti comunali, buoni ragazzi, come diceva lui, e hanno detto a Tonino di aver avuto una idea geniale “buttiamo già tutte le contrade e costruiremo un ospedale per tutti, grande e bello”. Tonino ha risposto: “voi siete pazzi ragazzi. Se distruggiamo il passato, distruggiamo anche il nostro futuro”. Adesso a Santarcangelo già da due anni è chiuso il museo di Tonino, museo privato, creato dall’Associazione di Tonino Guerra. Nella casa dei Poeti non c’è l’archivio letterario che lui ha destinato a Santarcangelo. Dalla Pro Loco, in dieci anni di guida da parte dei buoni ragazzi che guidavano il paese, non è stata fatta nessuno mostra dedicata a Tonino Guerra. La mia proposta è stata questa: fare una mostra dedicata a Tonino nella Casa della Poesia riportando l’archivio letterario in modo da ritrovarsi con poeti, amici e i grandi poeti dialettali di Santarcangelo e anche, al più presto possibile, riparare le infiltrazioni dell’acqua nel monte della pietà dove il povero cavallo di legno piange di notte aspettando la riapertura delle porte. La guida della Loco potrebbe spiegare là ai turisti che Tonino ha creato per il paese due fontane, ha inventato esteticamente la Sangiovesa, dove c’è ancora il ristorante che appartiene a Manlio Maggioli, liberando, con il sindaco Cristina, la piazza Ganganelli dalle macchine. Sui muri di Santarcangelo sono appese le targhe che raccontano le storie dei personaggi del paese. Anche il ristorante Zaghini è allestito da quadri e stampe basate sui disegni di Tonino ed è la memoria storica di tutti i personaggi che ha portato Tonino a Santarcangelo. Per l’ancora più povera Pennabilli Tonino ha creato i luoghi dell’anima con tutti gli amici. Anche il famoso orto dei frutti dimenticati ha bisogno di cura continua e il museo ha bisogno della presenza fissa di una segretaria o di un segretario che potrà svolgere un lavoro continuo, come succede in tutti i musei del mondo, e non basarsi solo su volontari o persone che ricompenso io. Non avendo alle spalle delle grandi città Tonino aspetta la sua gente di Romagna, nonostante i suoi libri non siano stati stampati negli ultimi sei anni, continuano a venire persone che mi riconoscono per la strada e dicono: “Tonino era un grande uomo, il maestro della vita”. Abbiamo bisogno adesso dei maestri della vita perché abbiamo perso tutti gli ideali e la fede nella cultura e nella bellezza che difendeva Tonino Guerra. Nell’ultimo periodo ripeteva sempre “La bellezza è già una preghiera”. Spero che qualcosa arriverà dall’amministrazione attuale di Pennabilli che ha “le orecchie tappate” nei confronti della cultura>>.

Tonino Guerra «Io sarò utile dopo. Sarò utile poi. Quando all’umanità serviranno le favole e quando l’infanzia conquisterà di nuovo la fantasia che le è stata sottratta dalla modernità».


Chi è l’autore

Anna Maria Geraci, nata nel 1999, è laureata in Letteratura, Lingua e Cultura Italiana, curr. Filologico, e vive a Milazzo (ME). È un’appassionata di lettura, teatro e giornalismo. Amante della natura e del trekking, ha prestato servizio come capo scout nella sua città. Da alcuni anni si dedica allo studio e alla ricerca di uno dei suoi poeti preferiti, il poliedrico Tonino Guerra. A lui ha dedicato il suo saggio “Mangiare una farfalla: cinema e poesia di Tonino Guerra” (Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2024). Oggi cura, come amministratrice, il gruppo Facebook “Tonino Guerra Per Sempre”.

Cover Photo: Vera Klokova