Antonio Grillo Trio, DOVE sono le nostre radici

Antonio Grillo Trio, DOVE sono le nostre radici

Preceduto dal singolo e dal videoclip “Pinocchio’s Blues” pubblicato il 1° settembre scorso, è ora disponibile in tutti i negozi e gli store digitali DOVE, primo album del trio formato dal chitarrista Antonio Grillo, dal contrabbassista Tommaso Pugliese e dal batterista Francesco Scopelliti. Al trio di musicisti calabresi si aggiunge in metà delle tracce il fuoriclasse della tromba Giovanni Amato. L’album è ulteriormente impreziosito dalla partecipazione della cantante Simona Daniele, protagonista (anche in veste di autrice del testo) del bonus track “While you go away”. Comunic’arti ha incontrato il trio a pochi giorni dalla pubblicazione di questo primo lavoro intriso di passione e voglia di confrontarsi con capiscuola come il trombettista salernitano loro ospite.

Potete raccontarci un po’ del processo creativo dietro l’album DOVE? Quali sono state le vostre principali fonti di ispirazione?

Antonio

È un processo che è in atto dal 2017, anno in cui si è formato questo trio con l’intento di immergersi in un lavoro alla cui base ci fosse lo studio, la ricerca personale ed originale del linguaggio jazzistico e dei contenuti stilistici che più lo rappresentano. Le nostre principali fonti di ispirazione sono alcune formazioni in trio di Jim Hall, Bill Evans, Joe Pass, Keith Jarrett, Colombo Menniti, altro riferimento importante è Thelonius Monk e poi ci sono altri musicisti come Wes Montgomery.

Come avete scelto il nome DOVE per il tuo nuovo album? C’è un significato particolare dietro questa scelta?

Antonio

Fra tutti i brani originali inseriti nell’album “DOVE” è quello più significativo. “Dove” per indicare il luogo in cui nasce tutto, ogni pensiero, gesto e/o azione; quel luogo che abbiamo dentro, nel profondo dell’anima, dove si annidano i pensieri che si mescolano e si combinano fra il passato, il presente ed il futuro; ma “DOVE” può indicare anche un luogo fisico, un bosco ad esempio. Volutamente il nome di questo album ha un significato ambivalente, infatti, se lo si pensa come termine anglosassone, rappresenta la colomba, simbolo di pace, che oggi nel mondo purtroppo manca. Allora la scelta di questo titolo vuole essere anche uno spunto riflessivo e provocatorio, per alcuni aspetti, sulla condizione sociale di oggi che l’uomo vive interiormente ed esteriormente, ma anche un messaggio di speranza per la pace.

Antonio, potresti parlarci dei musicisti che hanno collaborato con te? Com’è stato lavorare con Francesco Scopelliti alla batteria e Tommaso Pugliese al contrabbasso?

Con Francesco c’è un’amicizia che è iniziata nel periodo adolescenziale, abbiamo frequentato le scuole medie insieme e siamo stati anche compagni di banco, suoniamo insieme da quando eravamo pressapoco dodicenni, nel tempo abbiamo maturato affinità e passioni verso alcuni generi musicali, finché poi ci siamo accostati e innamorati del Jazz. Francesco alla batteria è una garanzia e suonare con lui è un grande privilegio, come anche con Tommaso, che ho conosciuto dopo, lui è il più giovane, ma è un grande talento e l’intesa è scattata subito. Con entrambi c’è un rapporto di stima reciproca, umana e professionale.

Giovanni Amato.
Ph. MJW

Giovanni Amato è un trombettista di grande fama, com’è nata la collaborazione con lui per questo album? Qual’è stato il vostro rapporto artistico durante il processo di registrazione?

Francesco

Volevamo che lo strumento in più di questo progetto in trio fosse una tromba e Giovanni è stata la ciliegina sulla torta. Avevamo alcuni nomi in mente, ma la scelta dell’ospite è ricaduta indubbiamente su di lui, anche perché per noi è un grande riferimento nel panorama del jazz italiano ed internazionale. È stato proprio Tommaso a contattarlo e lui ha accettato subito il nostro invito. Per noi è stato un grande onore. Avevo incontrato Giovanni in qualche Jam Session, ma suonarci per la prima volta insieme direttamente in uno studio di registrazione è stata una grande emozione. Alla partenza della registrazione del primo brano, stavamo con le orecchie tese cercando di capire cosa stesse per accadere, ognuno nella propria stanza, qualche cenno dai vetri, le cuffie a tenerci connessi l’uno con l’altro, immersi in una profonda concentrazione eravamo molto emozionati abbiamo avvertito delle sensazioni mai provate, finché poi Gaetano, il tecnico di sala, ha avviato il tasto Rec, siamo partiti come un treno.

La sessione di registrazione con Giovanni è stata fantastica, in media abbiamo registrato non più di due takes per ogni brano in circa due mezze giornate.

L’album include un brano con Simona Daniele. Com’è nata questa collaborazione e perché la scelta di includere la voce di Simona in quel brano specifico?

Antonio

Simona ci è stata presentata da un nostro amico che l’aveva conosciuta durante una festa estiva a Mileto, il mio paese. Lei, come noi di origini calabresi, ha una voce e un carisma che ci ha subito colpiti. Avevo scritto un brano qualche anno fa’, “While you go away”, che volevo inserire nel disco e le ho chiesto di scrivere un testo sulla base di alcune indicazioni tematiche che hanno ispirato la composizione del brano, lei l’ ha fatto magistralmente. La sua voce è proprio quella che avrei voluto ascoltare cantare questo brano.

Simona Daniele

Quali sono i temi o concetti esplorativi in “DOVE”? C’è un messaggio o un’emozione che avete cercato di trasmettere attraverso la musica?

Tommaso

A noi piace molto esplorare nuove emozioni e ci auguriamo che DOVE le trasmetti a pieno agli ascoltatori. Il tema cardine è l’attaccamento alle radici, non si può fare nessuna cosa senza tenere conto di ciò che è stato, i nostri avi sono i primi maestri. I più grandi musicisti di jazz del passato che abbiamo sempre ascoltato e studiato sono il nostro riferimento, poi in ordine temporale c’è il resto. Ecco perché abbiamo sposato l’idea proposta dalla Jazzy Records e dal fotografo Paolo Galletta di andare a fare il servizio video fotografico per il nostro album in un bosco. Il videoclip di Pinocchio’s Blues è proprio l’emblema della nostra musica: ricerca, introspezione e un pizzico di follia… soprattutto nel nostro modo di essere, semplice, spontaneo e non impostato. In effetti oggi questa assenza di costruzione da molti viene interpretata come un atteggiamento fuori dagli schemi. Gli alberi e le loro radici poi, ci rappresentano simbolicamente, nella vita ma anche nella musica noi sentiamo un legame indissolubile con il passato che non dovrebbe essere mai perso.

Come descrivereste lo stile musicale dell’album? Ci sono influenze o riferimenti particolari che avete voluto incorporare nel sound?

Antonio

Riteniamo che lo stile di questo album sia molto orientato al Jazz tradizionale, ma nel legame con la tradizione credo si avvertono anche le nostre contaminazioni con il Jazz contemporaneo, insomma…  è un po’ la nostra musica. Questo è ciò che vogliamo trasmettere al nostro pubblico. Le influenze sono diverse, chitarristicamente ci sono Charlie Christian, Jim Hall, Joe Pass, Wes Montgomery, Django Rheinardt e Colombo Menniti, ma ce ne sono molte altre, e non arrivano solo da chitarristi. Sicuramente in alcuni brani abbiamo ricercato quel suono o comunque quelle timbriche sonore, che a me piacciono molto, del trio di Jim Hall con la tromba o il flicorno di Tom Harrell.

Da sinistra a destra: Tommaso Pugliese, Antonio Rocco Grillo, Francesco Scopelliti.
Ph. Paolo Galletta

L’album presenta una combinazione di brani originali e alcune reinterpretazione di brani di classici Jazz. Com’è stato selezionato il repertorio?

Antonio

Abbiamo pensato di includere oltre ai cinque brani originali, di cui uno riproposto come “bonus track” con la voce, alcuni standard classici, riarrangiati da noi. Però la scelta è stata determinata da alcuni aspetti che ci teniamo vengano espressi. Ad esempio l’intro del brano ” The days of wine and roses” è un omaggio a Wes Montgomery” ; “Alone Togheter” è un brano a cui ci sentiamo particolarmente legati e che abbiamo voluto un po’ stravolgere, iniziando con una sorta di contrappunto, ispirandoci a Bach, cambiando il tempo del “bridge” in 4/4; Song-Song è invece un brano dall’essenza Beeatlesiniana.

Quali sono state le sfide più grandi affrontate durante la creazione di “DOVE”? E quali le soddisfazioni ottenute fino ad ora con il progetto?

Antonio

Le sfide più grandi sono state la lotta contro il tempo che non era mai abbastanza per la preparazione di questo disco e poi trovare anche il periodo più tranquillo per registrare per noi non è stato così facile; anche la scelta dei brani più appropriata per le nostre esigenze è stata una sfida difficile. Le soddisfazioni più grandi è che abbiamo fatto un album con Giovanni Amato ed un album di cui andiamo molto fieri.

C’è una traccia o un momento specifico nell’album che vi emoziona particolarmente o di cui siete particolarmente orgogliosi? Perché?

Francesco

Sono diversi i momenti che ci rendono orgogliosi in questo album, ma in “While you go away”, che è un brano che ci emoziona particolarmente sia nella versione cantata straordinariamente da Simona che in quella strumentale con Giovanni e il suo flicorno magico.

Anche nel brano song song abbiamo avvertito delle straordinarie emozioni.

Com’è stata l’esperienza di lavoro con Jazzy Records?

Tommaso

Jazzy Records è per noi l’etichetta perfetta, quella che mantiene lo stile di edizione e l’attenzione all’immagine che cercavamo. È stata un’esperienza di lavoro all’insegna della competenza, della professionalità e delle attenzioni che il team ci ha dedicato, a beneficio della nostra immagine e della promozione del disco.

Infine quali sono i vostri piani futuri rispetto alla musica e alla promozione di questo album?

Antonio

Abbiamo intenzione di promuovere questo album con un tour che partirà sicuramente da settembre. Inizieremo quindi la promozione con la stagione autunnale e poi a seguire nei mesi successivi. Ci auguriamo che il nostro progetto piaccia, di fare tanti ascolti e naturalmente di fare tanti concerti!

Dove – Antonio Grillo Trio, feat. Giovanni Amato

Edizioni ©Jazzy Records

Antonio Rocco Grillo, chitarra

Tommaso Pugliese, contrabbasso

Francesco Scopelliti, batteria
Giovanni Amato, tromba e flicorno
Simona Daniele, voce

Esce il singolo “Pinocchio’s blues” di Antonio Grillo Trio con un videoclip tra citazioni cinematografiche e suggestioni oniriche

Esce il singolo “Pinocchio’s blues” di Antonio Grillo Trio con un videoclip tra citazioni cinematografiche e suggestioni oniriche

La cover del singolo
Ph. Paolo Galletta

Il brano del gruppo calabrese ospita anche la tromba del top player salernitano Giovanni Amato.

Esce per Jazzy Records “Pinocchio’s blues”, singolo della formazione di musicisti calabresi capitanata dal chitarrista Antonio Rocco Grillo, con Tommaso Pugliese al contrabbasso, Francesco Scopelliti alla batteria e la partecipazione straordinaria di uno dei più importanti trombettisti del Jazz italiano: Giovanni Amato.  La composizione di Grillo anticipa il rilascio dell’album “DOVE”  ed è accompagnato da un videoclip che ironizza sul rapporto dell’uomo tra sogno, realtà, verità e menzogna. “Pinocchio’s blues” è un tema pervaso da un senso di giocosa ironia concepito quasi come gli scatti di un burattino. La tromba di Giovanni Amato, squillante e ritmata all’unisono con gli altri strumenti, si distende poi in un solo potente, apripista all’ingresso del leader e allo svolgersi circolare della musica, verso il ritorno al riff iniziale.

Il videoclip è stato girato nei boschi dei Monti Peloritani che cingono la città di Messina. Tra alberi, formicai brulicanti, minacciosi voli di uccelli scuri e grottesche figure che sarebbero a proprio agio in un Horror B-Movie, i tre musicisti vagano apparentemente senza meta con fare stralunato… è la realtà o Morfeo ha teso loro un tranello catapultandoli nell’incubo di qualcun altro? 

Ma al di là del gioco cinematografico e dei possibili infiniti significati legati alla favola del burattino di legno,  dei suoi sogni e delle sue vicende che lo trasformeranno da ramo di albero in uomo, il tema cardine della musica di Antonio Rocco Grillo e del suo trio è l’attaccamento alle radici. “Nulla si può fare senza tenere conto di ciò che è stato, anche e soprattutto nella musica Jazz”, racconta il chitarrista, “Ecco perché abbiamo sposato l’idea della Jazzy e del fotografo Paolo Galletta di realizzare le riprese foto e video in un bosco. Gli alberi e le loro radici ci rappresentano simbolicamente; nella vita, ma anche nella musica noi sentiamo un legame indissolubile con il passato che non dovrebbe essere mai perso”.

Tommaso Pugliese, Antonio Rocco Grillo, Francesco Scopelliti.
Ph. Paolo Galletta

©2023 Jazzy Records

Pinocchio’s blues

Antonio Rocco Grillo: chitarra

Giovanni Amato: tromba

Tommaso Pugliese: contrabbasso

Francesco Scopelliti: batteria

È possibile ascoltare Pinocchio’s blues in streaming su tutte le piattaforme digitali, in attesa che con i primi giorni d’autunno veda la luce anche l’album DOVE.