“Le Alpi” di Paolo Borghi raccontano la natura del Festival cremasco I Mondi di Carta

“Le Alpi” di Paolo Borghi raccontano la natura del Festival cremasco I Mondi di Carta

Tenuta segreta fino al momento dell’inaugurazione della storica kermesse dedicata al tema “La natura ci salverà?”, la scultura resterà esposta fino al 17 Ottobre in Piazza Duomo.

“Le Alpi” di Paolo Borghi (Foto: Rachele Donati De Conti)

È stata un’inaugurazione a regola d’arte per I Mondi di Carta Festival, la kermesse multiculturale cremasca che sabato due ottobre scorso ha salutato la sua nona edizione, in programma fino a domenica dieci. Lo ha fatto reiterando un rituale originale, un’idea preziosa che illumina tutta la manifestazione con i bagliori della bellezza, ossia regalare alla città di Crema, anche se solo per pochi giorni, una scultura realizzata da un artista importante, un’opera che possa essere al tempo stesso sintesi e simbolo  del tema, del “fil rouge” che guida il concatenarsi dei singoli eventi e che quest’anno è affidato al quesito: “La natura ci salverà?”.

“Un tema sfidante, così come lo sono stati gli ultimi due anni a livello globale e per la comunità di Crema, tanto duramente messa alla prova da una pandemia con strascichi ancora seri e che sta dimostrando quanto  la Terra sia un tutto interconnesso in cui i comportamenti dei singoli sono importanti al pari delle scelte strategiche delle Nazioni e dei loro governanti”, sottolinea il Presidente dei Mondi di Carta Enrico Tupone, ideatore della manifestazione figura di riferimento per tutto il gruppo dei soci.

Ed è stato proprio lui, supportato dalla figlia Isabella Tupone direttrice della galleria milanese Area\B e in collaborazione con Studio Copernico, a selezionare la magnifica veduta bronzea “Le Alpi” dell’artista Comasco Paolo Borghi e a tenere tutti all’oscuro di questa scelta fino al momento stesso dell’inaugurazione, quando il drappo rosso che la copre viene sollevato e rivela quindi il segreto così ben custodito. La “possente leggerezza” dell’opera di Borghi lascia tutti stupiti: è quasi come affacciarsi, in piena Piazza Duomo, da una terrazza a centinaia di metri di altezza. 

Paolo Borghi impara dal padre, abile orafo e cesellatore, l’arte della lavorazione dei metalli.  A partire dal 1958, si dedica completamente alla scultura, scegliendola come mezzo espressivo principale. Intorno al 1980, scopre la sua vera anima artistica, che affonda le sue radici nel classicismo delle forme, nell’indagine del mito e del sacro. Nel corso degli anni il suo lavoro diventa protagonista di importanti mostre e grandi committenze, alcune sue opere si trovano in permanenza al Mola Center di Los Angeles, in Texas, in Corea, sue sono anche le magnifiche porte in rame sbalzato della Basilica dei Santi Pietro e Paolo, a Milano, sua è la nuova monetazione del Vaticano e le innumerevoli opere di ispirazione sacra che adornano chiese e piazze italiane. “Le Alpi” è una fusione in bronzo realizzata nel 2003, che di recente è stata esposta presso l’incredibile contesto della Reggia di Venaria, a Torino, e arriva oggi a Crema, nell’altrettanto meravigliosa Piazza Del Duomo.  “Le Alpi”, nel racconto dell’artista, usa il tramite di queste figure di ispirazione etrusca, per riprodurre il paesaggio alpino che l’artista vede dalla finestra del suo studio, che si trasforma qui in due soggetti uniti fra loro, quasi a formare un una figura unica, e fortemente radicati a terra, proprio come la maestosa catena montuosa che li ha ispirati. La forza suprema della natura è sintetizzata in una scultura dettagliata, a tratti delicata nei suoi particolari, ma assolutamente concreta e destinata a perdurare nel tempo, anche davanti alle intemperie del mondo. Con “Le Alpi” Borghi ragiona sul paesaggio che diviene corpo e sul corpo che diventa paesaggio. Costruisce mondi, assembla diversi momenti di un’esistenza e recupera i riferimenti di un’antichità che non smette di interessare e ispirare gli intelletti. L’attenzione per le vicende umane si consuma insieme a quella per la natura che diviene elemento parlante. I corpi distesi in riposo di due amanti fanno da preambolo allo svolgere dei rilievi montani: come gli dei che, stanchi, hanno da poco originato un intero universo.

Fonte: Pagina Facebook “I Mondi di Carta”

“Le Alpi” di Paolo Borghi (Foto: Luca Severgnini)

L’opera resterà esposta in Piazza Duomo a Crema per due settimane, fino al 17 Ottobre e sarà l’occasione per tutti per ammirare da vicino l’opera di un artista tanto importante quanto appassionato. Vegliato dalle due figure bronzee, I Mondi di Carta Festival darà corso ai tantissimi appuntamenti in programma negli storici e suggestivi spazi del Sant’Agostino-Museo Civico.  Otto giorni di iniziative, circa venti differenti appuntamenti,  una sfida alle precedenti edizioni, ciascuna unica, particolare, amata e ricordata per ragioni differenti. Letteratura, arte, musica, cucina, benessere e tanto altro: i Mondi continuano ad esplorare e a sorprendere, a inventare e a rischiare. Attesi nomi importanti della letteratura, della musica, della gastronomia della scienza e della comicità, fra cui la scrittrice Antonella Boralevi, il giornalista Mario Calabresi, l’immunologo Alberto Mantovani, il cuoco e conduttore televisivo Andrea Mainardi, il comico Germano Lanzoni. Enrico Bertolino,  formidabile formatore e umorista chiuderà l’edizione 2021 con la sua tagliente, irresistibile ironia. I Mondi di Carta 2021 propongono dunque un palinsesto variegato e ricco di sorprese, a conferma della centralità di Crema e dei suoi operatori culturali come motore di iniziative prestigiose, una vera e propria vetrina di alto livello per il territorio, la sua bellezza, i suoi talenti. 

I Mondi Social

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Foto in evidenza di Luca Severgnini